Lassammo fà a Dio
Le cose più belle nascono da eventi non programmati.
Ieri pomeriggio ricevo un invito indeclinabile, last minute, per uno spettacolo al Centro Sociale di Salerno: " Era de maggio", un recital a due voci, su un repertorio di Salvatore Di Giacomo, con Gabriele Fernicola e il maestro Espedito de Marino alla chitarra.
Il mio cuore si scioglie sulle prime note della canzone "Spingole francesi".
Mi rivedo ragazzina ad osservare mia madre china sul suo cucito, che intonava: " 🎶 nu juorn m n jett dalla casa, jenn vnnenn spingole francesi .... pizziche e vase nun fanno pertose...🎶 "
La prima, subliminale lezione di educazione sessuale, in un nucleo familiare anni '70 in cui il sesso era tabu'.
Poi il maestro Espedito attacca un altro classico della canzone napoletana:
"Palomm e notte".
Adesso vedo mio padre cantare davanti allo specchio del bagno, con la schiuma da barba bianca sul bel volto abbronzato, che intona: "...🎶ubbi ca' i pure, m' abbaglio chianu chiano e che m' abbrucio a mano pe' te ne vulè cacciaaà🎶.." dunque anche lui aveva avuto un amore giovanile perduto, che vagheggiava ancora, una domenica mattina qualunque .
Ma il momento più intenso, che mi trasmette tutta l' emozione che sta vivendo mio marito seduto accanto a me, è quando Gianfranco declama i meravigliosi versi di "Lassammo fà a Dio".
La storia è quella di un' incursione a Napoli del Padreterno che, accompagnato da San Pietro, decide una mattina di Primavera di fare una puntatina a Napoli.
Scende in terra in uno spettacolare panorama tra cielo e mare: luce, sole, brezza marina: un paradiso terrestre .
Dio chiede allora di fare un giro nei quartieri, e nonostante venga sconsigliato dalla sua guida, si addentra nel cuore di Napoli.
Miseria, fame, malattia povertà: la plebe soffre per gli stenti inenarrabili.
Il Signore comanda di raccogliere tutti quei poveracci in un grande lenzuolo e di portarli con sè in Paradiso.
E così avviene.
Giunti nel regno celeste tutti trovano un inimmaginabile eden: cibo e bevande per tutti, musica celestiale, luce abbagliante, senso di pace e di pienezza .
Vi è solo una donna , "Nannella a pezzente" che non trova pace, vuole andare via, presa da una frenesia indomabile sbatte a destra e sinistra. "Ma come", dice San Pietro!?!
"Lasciala fare", gli replica Dio.
La donna si lancia fuori nel vuoto, attraversa il cielo notturno, scende giù, sempre più giù fino ad arrivare sulla Terra, fino a Napoli, imbocca il suo vicolo, entra nel suo vascio, in una sporta c' è il suo piccolino di un mese, che l' aspetta.
Lo prende, lo avvolge in uno scialle e lo allatta.
Stremata, crolla sul letto stretta al suo fagottino.
Il suo paradiso è qui.
Luigia Sisella Coppola
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