CONFIDENZA

Confesso che ho acquistato il libro di Domenico  Starnone, che dà il titolo a questo pezzo, solo per scoprire  quale segreto avesse mai confidato Pietro a Teresa, dopo aver visto al cinema il film che Lucchetti ha, appunto , tratto dal romanzo "Confidenza", dell' autore napoletano. 
Pietro Vella, il protagonista,  interpretato da un impeccabile Elio Germano, ( unica dissonanza:  nel libro Pietro supera il metro e 90 di altezza) è stato il carismatico docente d'Italiano di Teresa, brillante e selvaggia allieva.
 Tempi dopo, s' incontrano per caso all' uscita del bar dove la ragazza lavora, per mantenersi agli studi universitari. Nasce tra i due una relazione complicata: si prendono con  "avida ferocia",  poi si ritraggono, si studiano, fanno a gara per dimostrare chi è il migliore con  dialoghi sui massimi sistemi, arrivano perfino  a sedurre apertamente terze persone.
Stanca di questo legame logorante,  inconsapevolmente Teresa trova il modo di troncare la relazione, chiedendo  a Pietro  di suggellare un patto: devono confidarsi il segreto più recondito, svelarsi il peggio di loro. 
Lo fanno. 
E da quel momento cominciano inesorabilmente ad allontanarsi, si perdono,  ma ogni tanto lui avverte l' esigenza di  cercarla, per assicurarsi che Teresa resti fedele al loro spregevole segreto, costantemente in tensione, temendo che l' infamia emerga, proprio quando tra figli, pubblicazioni e conferenze, sta riuscendo a crearsi una vita rispettabilissima .
È un meccanismo perverso, ma innegabile: se confidi l' inconfidabile a qualcuno, diventi sua preda a vita, sapere che l' altro conosce il peggio di te ti induce ad evitarlo, a sfuggirgli per sempre, vivendo nel costante timore di essere smascherato.
Il libro lascia intuire la natura del segreto di Pietro, cosa che nel film resta non detta: qualche  anno  dopo il giovane prof. sposa la sua collega di Matematica: Nadia ( una convincente Vittoria Puccini) dolce , morbida, l' opposto di Teresa, che ambisce alla carriera accademica, arrovellandosi in  ricerche algebriche per un anziano "barone" dell' Università di Napoli. Un giorno Nadia rientra sconfitta e disillusa da una delle tante visite in facoltà al vecchio professore. Lui ci ha provato, e quel braccio che ha tentato di cingerle la vita ha spazzato via tutte le sue illusioni di ricercatrice. 
Pietro ascolta lo sfogo in lacrime  della moglie, e all' improvviso si rabbuia, nel senso che "sprofonda nelle tenebre: si rispecchia nell' anziano docente" ... 

Lo stesso Starnone è stato docente di scuola superiore e devo desumere che anche per lui l' unico imperativo fin dal primo giorno in cui è salito in cattedra, sia stato: " Cerca di lavorare in modo da non fare ai tuoi allievi il male che i tuoi insegnanti hanno fatto a te".
E quando di questi tempi pubblicano i florilegi che i ragazzi candidamente offrono agli esami di Stato, anziché schierarmi  nel coro degli scherni,  penso: " Poverini, non è colpa vostra, ma dei miseri  docenti che avete avuto la sfortuna di incontrare sul vostro percorso....'"


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