Amarsi nel '400
Ludovico Sforza, detto il Moro, assunse Leonardo da Vinci dopo che questi gli inviò il suo curriculum vitae "ante litteram" dove si dichiarava , in primis, ingegnere militare, pronto a progettare qualunque macchina da guerra e solo infine, tra le altre "skills", si definiva anche "artista".
E così il genio italiano, insieme al Bramante, divenne progettista del Ducato di Milano, dove si trasferì nel 1482 per rimanervi fino al 1499.
Leonardo entrò subito nelle grazie della giovane e bella duchessa Beatrice d' Este, che a soli 15 anni aveva impalmato Ludovico, sposo innamoratissimo di 20 anni più grande di lei.
Nonostante l' amore che lo legava alla giovane sposa, il bel "Moroso" non si negò incontri ravvicinati con altre donne, innumerevoli le cortigiane che cadevano ai suoi piedi.
Una fra tutte la damigella d' onore della moglie, Cecilia Gallierani, "la dama con l' ermellino" che Leonardo ritrasse proprio su ordine del duca, soggiogato dall' avvenenza dell' amante .
Ma la coppia ducale, nonostante le distrazioni di lui, funzionava bene:
mecenati illuminati, di grandi prospettive e gusti raffinati, Ludovico e Beatrice seppero circondarsi dei più grandi artisti dell' epoca, commissionando opere immortali: per loro Leonardo realizzò " L' ultima cena" nel refettorio delle suore della chiesa di Santa Maria delle Grazie, che Bramante era intento a ristrutturare. Stava lavorando alla costruzione della tribuna e dell' abside in stile rinasscimentale, scegliendo di addobbare la cupola, anziché con affreschi colorati, con più sobri disegni geometrici: cerchi e quadrati in bianco e nero, che favorivano l'astrazione dei fedeli verso il divino.
Anche il Castello Sforzesco fu fortificato ed esteso, ergendosi al centro di Milano a simbolo di potenza e bellezza.
Ma tutta l'umana architettura della felicità stava per crollare rovinosamente.
In una gelida notte di gennaio, Beatrice morì tragicamente, a soli 21 anni, nel dare alla luce il terzo figlio maschio al suo adorato duca.
Il bambino nacque morto.
"La mia sorte è spezzata" sentenziò Ludovico, che non si sarebbe mai rialzato da quel dolore prostrante.
Si narra che la notte attraversasse un passaggio sotterraneo che dal Castello sbucava nella sacrestia della chiesa della Madonna delle Grazie e si abbandonasse disperato al pianto, abbracciato alla gelida tomba della giovane moglie.
Senza Beatrice , faro di Ludovico, il ducato di Milano cominciò un declino inarrestabile, di lì a poco i francesi avrebbero spazzato via un governo la cui grandezza , ancora oggi, si respira a Magenta, nel cuore di Milano.
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