Il Flâneur di Polignano
Prima di lasciare Polignano abbiamo fatto colazione da "Abissi" un resort sul porticciolo Paradiso. A servirci una bella ragazza, Antonia.
Ama Dostoevskij e disdegna la narrativa commerciale. Il primo a cantare Polignano, ci ha detto, non è stato Luca Bianchini, che lei non leggerà mai, ma è stato Mario Monicelli, che qui girò nel 1968, le scene che nel copione sono ambientate in Sicilia de: " La ragazza con la pistola", un film rivoluzionario per quegli anni: una giovanissima Monica Vitti listata a nero, che da sola parte per Londra, all' inseguimento del suo stupratore, per vendicare di sua mano, l'onta subita dal compaesano.
Una possibilità impensabile per l' epoca, dove le donne ancora venivano licenziate se aspettavano un bambino o abbandonate se quel bambino decidevano di non averlo.
Antonia è stata discepola di Guido il Flanêur un personaggio del posto, un poeta che incideva poesie su muri e scalinate di Polignano a mare.
Si nutriva della luce del sole e del profumo del mare, beandosi nei suoi flutti in ogni stagione dell' anno, sostenuto da tutti cittadini che lo adoravano.
Tra le tante, il poeta incise anche questi brevi versi di Tagore su di una delle caratteristiche scalinatelle bianche de paesino che aveva eletto a sua dimora definitiva:
"La farfalla non conta gli anni ma gli istanti: per questo il suo breve tempo le basta".
Ora Guido il poeta di Polignano non può più disegnare la bellezza della vita e dal letto d' ospedale in cui da un po' è costretto, recita il suo testamento:
"Se si pensasse di più a fare bene che a stare bene, si finirebbe per stare meglio".
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