L' amore ai tempi della Prima Repubblica
Oggi, sulla scia dell' entusiasmo suscitato dal film della Cortellesi, ho spiegato ai ragazzi di quinta ciò che accadde quel fatidico 2 giugno del '46.
Quando mi sono soffermata sulle 21 donne elette all' Assemblea Costituente, ho focalizzato la loro attenzione su soli tre nomi: Iotti , Mattei e Merlin. I ragazzi mi hanno chiesto i motivi di questa scelta, premettendo che non avevano mai nemmeno sentito parlare di alcuna di loro. Ho spiegato che la Merlin è rimasta nella storia per essere stata la promotrice della legge omonima che nel 1958 metteva fuori legge il mestiere più antico del mondo. Teresa Mattei l' ho scelta perché a soli 25 anni era la più giovane dei Costituenti, partigiana durante la guerra, fu per tutta la vita strenua sostenitrice dei diritti dei fanciulli e delle donne, a lei si deve la scelta della mimosa come simbolo della giornata dell' 8 marzo.
Nilde Iotti l' ho scelta formalmente perché fu la prima donna nella storia della Repubblica italiana a rivestire il ruolo di presidente della Camera dei deputati.
La ricordo ancora con la sua scriminatura centrale, i capelli raccolti a chignon, perle ai lobi, a dirigere autorevolmente quel consesso composto da agguerriti onorevoli .
Ma il vero motivo per cui la Iotti mi è rimasta nel cuore, risiede in quell' amore clandestino, ma di pubblico dominio, con il più grande dei comunisti italiani: Palmiro Togliatti.
Di 27 anni più grande di lei, perse la testa per lo sguardo di quel pezzo di donna incrociata nei corridoi di Montecitorio nel 1946.
Un amore che fece tremare il partito - lui era sposato con una dirigente comunista- e che non si arrestò nemmeno di fronte al reato di concubinato che aleggiava su quella relazione.
I due amanti si scrissero fiumi di lettere: "Forse è bene che tronchiamo. I problemi che si pongono fra noi sono ormai troppi e troppo grandi", scriveva Nilde.
"Siamo già andati troppo avanti: anche se lo volessimo non potremmo più farlo" sentenziava l' austero capo del PCI.
E alla fine l'amore trionfò, il suggello decisivo fu quando lei, con il suo corpo, gli fece da scudo per proteggerlo dai quattro colpi esplosi da uno studente nazionalista fuori corso, che invano attentò alla vita del " Migliore".
Chi soffrì oltremodo per quell' amore proibito, fu Aldo, il figlio legittimo di Togliatti che, alla morte della madre, che non accettò mai quella relazione, fu internato in una clinica psichiatrica.
Ecco, quando si tratta di scegliere tra i figli e il grande amore, gli uomini hanno una chance in più: tanto accanto ai figli resta la madre.
"Nec tecum vivere possum nec sine te”…, si legge in una delle ultime lettere di Palmiro alla sua Nina, prima che capitolasse definitivamente.
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