Arthur's theme
Arthur Laffer era un giovanissimo economista quando, una sera a cena col futuro presidente americano Ronald Reagan, gli offrì su un piatto d' argento la ricetta per conquistarsi i voti degli americani.
Anzi su un tovagliolo.
Sì un tovagliolo.
Prese una penna e tracció la sua curva : una campana che dimostrava come, riducendo le imposte, sarebbero aumentate le entrate fiscali.
Reagan restó folgorato da questa teoria , che ricordava il paradosso di Achille e la tartaruga, di Zenone di Elea, solo che qui stavamo a Washington negli anni '70.
Il giovane rampante consulente economico spiegó la sua teoria : se consideri sull' asse delle ascisse l' aliquota fiscale e su quello delle ordinate le entrate statali, vedrai che ad aliquota zero, corrisponde un' entrata fiscale pari a zero. Aumentando l'aliquota aumenta il gettito, fino a un certo punto di massimo, oltre il quale ad un ulteriore aumento dell' aliquota, si riducono le entrate. Questo perché in corrispondenza di aliquote troppo alte c'è un disincentivo da parte del contribuente a lavorare e quindi a produrre ricchezza, visto che la quasi totalità del reddito prodotto andrà a finire nelle casse dello Stato.
Quindi, disse Laffer a Reagan, se abbassi le aliquote otterrai un aumento delle entrate fiscali.
Il futuro presidente americano non aspettava altro che questa magnifica notizia come cavallo di battaglia per la sua campagna elettorale.
Reagan fu eletto e taglió le imposte.
Ma Arthur non aveva considerato un piccolo particolare.
La curva di Laffer nel sistema tributario americano, in quel momento, non aveva ancora raggiunto il suo punto di massimo.
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