MA CHE CASCO FAI?
Il casco : questo sconosciuto.
Fino a ieri avevo sottovalutato l' importanza del casco.
Avevo utilizzato da sempre una scodellina verde in tinta con la vespa che mi lasciava le tempie libere dalla stretta di questo odiato dispositivo stradale. Poi per fortuna per proteggermi dal freddo invernale nei trasferimenti casa- scuola con la vespa, ero passata giocoforza ad un casco integrale, mai però stringendolo bene sotto al mento.
Ma cosa importa allo Stato se indossiamo o meno il casco?
La testa è mia e la gestisco io. Noooooooooo!!!!
Se ti rompi la testa lo Stato spende una cifra per la tua disattenzione: ambulanza, esami radiografici, tac, risonanze, bende, prebende, cerotti, infermieri e medici che quella testa di caxxo devono rimettere a posto, distraendo ingenti risorse da finalità più meritevoli.
L' ho sperimentato sulla mia pelle mercoledì, al ritorno dalla sessione di esami di Stato. Mi gongolavo bellina bellina sulla mia vespa, contenta di come era andata la prova, intorno alle 16, godendomi la città finalmente estiva, deserta, con quel leggero venticello che scompigliava i capelli che fuoriuscivano dall' involucro protettivo sulla testa, anche se non debitamente allacciato. Ad un tratto un ciclista temerario (ma proprio dietro di me doveva sfrecciare quel coglione?) strafottente del risicato corridoio, si insinua tra me e la fila di macchine parcheggiate alla mia sinistra. Non c è spazio per entrambi, infilandosi nella strettoia il suo manubrio impatta la mia manopola delle marce, producendo un tale scossone che mi fa abboccare pericolosamente la vespa sul lato destro, spingendomi con forza sull' asfalto, dove atterro strisciando sul selciato con tutta la parte destra del mio corpo e della vespa, dal piede alla testa, dal paravento alla scocca.
Mi ritrovo a terra, il casco storto nella caduta e la mia mente che corre ai compiti che dovevo correggere: non a me, non ai miei figli, non a mio marito, non a mia madre, ma ai compiti. Arriva il ciclista a soccorrermi: " Mio Dio, mio Dio, signora....." Sto bene " gli dico con tono severo, "sto bene".
Mi sento tutto al posto giusto.
Vado per togliermi il casco e una ciocca di capelli mi resta tra le mani per lo strofinamento forte della testa contro l' interno del casco mobile.
Mi sento il capo come se un apache avesse scotennato il mio scalpo.
Ma non sanguino, non svengo ,non vomito.
Sto bene.
Avevo il casco.
Mettetevi il casco, ma stringetevelo forte.
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