Tenera é la notte
Uno dei romanzi più belli che abbia mai letto é " Tenera é la notte", di Scott Fitzgerald, lo stesso autore del " Grande Gatsby". Romanzo, come è giusto che sia, che attinge a piene mani dall' esperienza che Scott ebbe nei tanti viaggi in Europa, con la moglie Zelda, ospiti in Costa Azzurra di ricchi amici americani, che negli anni '20 svernavano tra l' Italia e la Francia con al seguito maggiordomi e interminabili fila di bagagli griffatissimi, ricolmi di abiti e gioielli da indossare in esclusivissime feste.
Feste che si consumavano tra fiumi di champagne e danze sfrenate a piedi nudi, che finivano spesso con tuffi in piscina o con clandestini bagni nel languido mare notturno, con l' ospite appena conosciuto al party .
Sono i ruggenti anni venti, la Grande Depressione americana é ancora lontana, Fitzgerald è un corteggiatissimo scrittore emergente e la giovane e affascinante moglie Zelda una disinibita americana, prima flapper nella storia, splendida e solida coppia richiestissima dal jet set internazionale.
Ed è proprio ad una di queste feste che forse Zelda conosce un giovane aviatore francese per il quale perde letteralmente la testa, senza metafora: é il 1924. É questo il periodo del lusso sfrenato , della pubblicazione del "Grande Gastby", e quando Fitzgerald descrive Jack Gatsby, descrive se stesso: é proprio lui il megalomane organizzatore di feste sfolgoranti.
Ma come una scure su questo mondo dorato, nel '29 con il crollo di Wall Street, si abbatte il crollo dell' economia americana, che trascina nell' abisso tutti questi privilegiati protagonisti dell' Età del Jazz.
Zelda entra per la prima volta in una clinica psichiatrica a Parigi. A questo primo ricovero ne seguiranno molti altri, più o meno ogni due anni entra ed esce da una clinica tra l' Europa e l' America.
Scott é sempre lì a sostenerla, affittando case lá dove la moglie si trova in cura.
La festa é finita ed anche i soldi, lo scrittore é talmente indebitato che ad Hollywood accetta un contratto semestrale come sceneggiatore per la Metro-Goldwyn-Mayer. É qui che nel 1937, conosce la giornalista Sheilah Graham, con la quale intreccia una relazione, mentre Zelda é ricoverata in un ospedale del North Carolina. Sono " Gli ultimi fuochi": Scott ha 44 anni, è disilluso, alcolizzato, sconfitto, poco prima di Natale muore d' infarto in casa della Graham. È il 1940.
Zelda gli sopravviverà 8 anni: troverá la morte nell' incendio dell' ospedale dove era ricoverata.
"Non chiamarmi moglie, sono la
tua amante. Moglie è una parola così brutta. La tua "amante fissa". "
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