L' ESTATE PIÙ FREDDA tratto dal libro "Via con Seth"



Chi mi conosce a fondo sa bene che la mia più grande e prediletta occupazione sono i miei figli.
 Subito dopo viene il mio lavoro, che con la graduale elevazione dei miei ragazzi, favorita con mille strategie e rilevata giorno per giorno, mi restituisce tutto l’impegno e la passione che profondo.
Quella passione che ha cominciato a vacillare, papà, quando improvvisamente e dolorosamente sei scomparso l’ estate scorsa, nel giro di un rapido ed afoso pomeriggio, senza darmi nemmeno il tempo d’impedirlo, mentre ero lontana, su un rettangolo di gioco, brandendo maldestramente, nonostante quanto voglia far credere , quella stupida , maledetta racchetta.
Sei scivolato via dal mio disperato abbraccio notturno in quello squallido letto d ‘ospedale, senza dare fastidio, nel tuo stile di uomo coraggioso e dignitoso, che quasi non ricordavo più, dopo che il tempo impietoso aveva occultato la persona di cui andavo fiera, perchè in te si specchiava la parte migliore di me stessa.
I miei adorati fratelli , riparati dietro la tenda del pronto soccorso, troppo spaventati per stare al mio fianco , stretti in un abbraccio attonito, tornati come bambini atterriti davanti ad un evento più grande di loro. 
Non preoccuparti, papà continuerò ad essere io padre per loro. 
Te lo prometto, lo sai , sono io la più forte.
Prostrata fino all’ultima cellula del mio corpo, non ho più creduto in nulla, volevo solo annullarmi anch’ io….come potevo trasmettere ancora gioia ed entusiasmo ai miei ragazzi se io stessa non ne avrei mai più provato? 
Mi si è svelata in tutta la sua bruciante verità la tolstojana “ menzogna della vita”, mi sentivo ferita e tradita da quella dea bendata che finora mi aveva sorriso e sostenuto in tutte le mie scelte ed i miei passi.
 Mi aveva dato le spalle. 
Per sempre. 
O almeno così pensavo allora.
I grandi dolori ti rendono muto. 
E muta lo ero diventata non solo nella voce, ma anche in tutte le altre mie peculiari forme d’ espressione : gli abiti , il trucco, i capelli: aprivo svogliata il guardaroba e lo richiudevo nauseata……….. per tre mesi non sono riuscita ad indossare altro che quei pantaloni neri e quella luttuosa maglietta che mi buttai addosso per i tuoi dolorosissimi funerali. 
Quegli abiti scuri mi tenevano ancora legati fortemente a te, eri ancora li, con me, a soffrire insieme per il nostro distacco…….come il profumo di quelle tre camicie avvolte in una busta e nascoste in fondo al mio armadio, che ogni tanto, presa dallo smarrimento per la tua assenza, andavo speranzosa ad annusare, per sentirti ancora fisicamente vicino. Io che da anni non toccavo piu una sigaretta, andavo ogni sera ad accendermene una fuori al balcone “vista mare” che tanto amavi, perché , almeno con lo sguardo, eri ancora libero di spaziare in quella sterminata distesa senza barriere. Aspiravo una Merit e, subito, ne buttavo fuori il fumo per inalare quell’odore che ti avvolgeva come un mantello, il tuo abito preferito. 
Con gli occhi chiusi eri lì ancora accanto a me.
Sola, abbandonata sulla sdraio, lontana anni luce dal mondo con i suoi vacui abitanti, nel cielo notturno d’agosto scrutavo le stelle e mi convincevo che quella più luminosa eri tu, e la studiavo, sperando che un guizzo, una vibrazione mi dessero un qualche tuo segnale, ma tutto rimaneva dolorosamente muto. 
Come me.
Solo Antonio il più piccolo dei miei figli, ma non in generosità e sensibilità, al quale ho voluto imporre il Tuo nome, che aveva condiviso con te la camera da quando, dopo l’ischemia di mamma vi avevo accolto con tanto dolore ed amore nella nostra casa, seppe dare voce al nostro strazio, scrivendoti l’ultima lettera che fortemente volevo che leggesse in chiesa. 
Ed Antonio, superando la sua innata riservatzza, come sempre ,alla fine mi accontentò, leggendo con la sua voce stentorea, solo lievemente vibrante dalla commozione, fino all'ultima di queste parole, che nobilmente venivano a restituirTi la dignità che negli ultimi tempi sembravi aver smarrito:
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Sei dentro di me , mia guida nel segno della Verità e del coraggio.
 Sei il mio re ed io la tua principessa.

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