Prologo di "Via,con Seth..."
PROLOGO
Buttando giù, domenica notte, per puro amore
della scrittura (che nutro da quando spostai la penna che per la prima volta mi
avevano fatto impugnare nella mano destra, in quella sinistra) gli appunti
dell'ormai consueto "weekend del due giugno" a Palinuro, si è come
dischiuso in me un "vaso di Pandora", da cui sono cominciati a fluire
lentamente, ma inesorabilmente, come lava da un vulcano in eruzione, tanti
momenti del mio cammino fin qui, nella duplice dimensione spaziale e
temporale.
Ho deciso di raccoglierli tutti in capitoli di un unico romanzo breve, dopo averne condiviso qualche brano sulla mia bacheca facebook.
Ringrazio i miei figli, primi lettori ed estimatori di queste pagine, che mi hanno spronato a continuare a scrivere.
Il titolo l'ho scelto con la consulenza a distanza del più cinefilo dei miei tre ragazzi: Gianmarco, che vive e lavora a Milano ormai da due anni, offrendo un tributo a Cronenberg.
Ho deciso di raccoglierli tutti in capitoli di un unico romanzo breve, dopo averne condiviso qualche brano sulla mia bacheca facebook.
Ringrazio i miei figli, primi lettori ed estimatori di queste pagine, che mi hanno spronato a continuare a scrivere.
Il titolo l'ho scelto con la consulenza a distanza del più cinefilo dei miei tre ragazzi: Gianmarco, che vive e lavora a Milano ormai da due anni, offrendo un tributo a Cronenberg.
Il regista canadese del film "LA
MOSCA", che proposi in visione a
Gimmy quando era ancora nel nido, racconta di uno scienziato, Seth, interpretato da Jeff Goldblum, inventore del
teletrasporto: funziona per davvero, ma........una mosca è entrata con lui
nella cabina per il trasferimento
spazio-temporale.
Mi piaceva l'idea di associare la figura di Seth a mio padre, uomo dotato di una genialità sorprendente, purtroppo non sostenuta da adeguati studi, vista la miseria in cui versava la famiglia, soprattutto alla fine del secondo conflitto mondiale, proprio nel momento in cui papà , quattordicenne, avrebbe dovuto intraprendere gli studi superiori e invece, qualcuno , o forse lui stesso, considerata la sua sconfinata generosità, gli mise in mano un arnese da elettricista, e cominciò a lavorare "sotto un padrone", per sollevare nonno dal peso di una famiglia con sei figli.
Mi piaceva l'idea di associare la figura di Seth a mio padre, uomo dotato di una genialità sorprendente, purtroppo non sostenuta da adeguati studi, vista la miseria in cui versava la famiglia, soprattutto alla fine del secondo conflitto mondiale, proprio nel momento in cui papà , quattordicenne, avrebbe dovuto intraprendere gli studi superiori e invece, qualcuno , o forse lui stesso, considerata la sua sconfinata generosità, gli mise in mano un arnese da elettricista, e cominciò a lavorare "sotto un padrone", per sollevare nonno dal peso di una famiglia con sei figli.
Lui l’ ultimo tentativo di nonna Sisella, che
finalmente a 46 anni suonati regalò l'erede maschio al nonno, benchè non ci
fosse granchè nulla da ereditare .
La versione che invece raccontava mio padre del suo abbandono degli studi, era diciamo più......cinematografica, la leggerete, se avrete la pazienza di arrivare oltre queste prime pagine.
La vespa, invece è stata per me , più di un mezzo di trasporto ,da quando a 14 anni papà me la regalò: una fiammante PX 125 grigio antracite, diventata così cara ,che amo definirla (senza nulla togliere alla mia adorata sorellina-figlia-amica-confidente-vincastro Giovanna, oggi affermato avvocato penalista) , MIA SORELLA.
A pensarci bene, alla mia sorella “carnale” ho fatto anche, ma infruttuosamente, da galeotta, quando in prima media, prese una cotta per il bell'Antonio - mai capito se corrisposta- come darle torto...... era carinissimo e di una vitalità contagiosa e tanta voglia di andare in giro per mondo, mi ricorda tanto il mio Gimmy, forse è per questo che anche lui mi chiede sempre gli ultimi aggiornamenti sulla "POSIZIONE" di mio figlio. E il mondo lo ha girato per davvero, prima di tornare stanco e appagato nella sua città, impalmare una ragazza davvero in gamba, ed avere due meravigliosi bambini, i cui occhi brillano allo stesso, identico modo in cui brillavano al papà.
Rosalinda è la giovane e bella moglie di Antonio, anche lei avvocato (sposarne uno era scritto nel suo destino, ma una civilista è meglio) ragazza profonda e sensibile: attraverso i racconti del marito, presagivo e temevo il grande dolore che trafigge un figlio quando perde un genitore.
La versione che invece raccontava mio padre del suo abbandono degli studi, era diciamo più......cinematografica, la leggerete, se avrete la pazienza di arrivare oltre queste prime pagine.
La vespa, invece è stata per me , più di un mezzo di trasporto ,da quando a 14 anni papà me la regalò: una fiammante PX 125 grigio antracite, diventata così cara ,che amo definirla (senza nulla togliere alla mia adorata sorellina-figlia-amica-confidente-vincastro Giovanna, oggi affermato avvocato penalista) , MIA SORELLA.
A pensarci bene, alla mia sorella “carnale” ho fatto anche, ma infruttuosamente, da galeotta, quando in prima media, prese una cotta per il bell'Antonio - mai capito se corrisposta- come darle torto...... era carinissimo e di una vitalità contagiosa e tanta voglia di andare in giro per mondo, mi ricorda tanto il mio Gimmy, forse è per questo che anche lui mi chiede sempre gli ultimi aggiornamenti sulla "POSIZIONE" di mio figlio. E il mondo lo ha girato per davvero, prima di tornare stanco e appagato nella sua città, impalmare una ragazza davvero in gamba, ed avere due meravigliosi bambini, i cui occhi brillano allo stesso, identico modo in cui brillavano al papà.
Rosalinda è la giovane e bella moglie di Antonio, anche lei avvocato (sposarne uno era scritto nel suo destino, ma una civilista è meglio) ragazza profonda e sensibile: attraverso i racconti del marito, presagivo e temevo il grande dolore che trafigge un figlio quando perde un genitore.
Eravamo in macchina, con noi anche il buon
Pietro, quando chiesi ad Antonio, seriamente incuriosita, data la sua grande
esperienza di globe-trotter, quale fosse mai, a suo parere, la migliore cucina
al mondo. Senza pensarci tropo rispose, serio: "Quella di mia madre"
e tutti sbottammo in una sonora risata. Ci eravamo ritrovati, dopo tanti anni,
a viaggiare insieme in un allegro gruppo pendolare di "Proff. in Trip" : bravissimi
ragazzi dai sentimenti veri e semplici, come lo erano tutti in quella macchina,
che ogni mattina dall'imbocco del traforo di porta Ovest , altezza ex distributore
Shell, ci portava allegramente e con leggerezza a Castellammare di Stabia, con
leggerezza, perchè il travaglio del viaggio e della fatica nell'approcciarsi a
tanti ragazzi difficili, che abbiamo comunque trovato lungo il nostro cammino,
veniva condiviso e dunque ridimensionato: "Se condividi un dolore si
dimezza, se condividi una gioia si moltiplica”, e la nostra gioia si
decuplicava in quella macchina in cui c'era sempre un passeggero di troppo, ad
ogni più piccola battuta. Ora che viaggio da sola a Cava, quelle mattine in
compagnia di amici fraterni, mi mancano tanto......
Intanto "MIA SORELLA" Piaggio, dopo vari remake, rigorosamente indicati ai nostri pazienti fratelli della "Carrozzeria Stadio" dal mutevole estro di Gimmy, ha assunto un colore verde accendino (col quale mio figlio si presentò in officina per indicare il risultato atteso) con una banda centrale bianca, voluta da me , che partendo dalla scocca anteriore, attraversando il sedile rivestito di candida pelle, da un altro santo tappezziere - Gennaro in via Settimio Mobilio- arriva fino alla targa posteriore, anch' essa quasi bianca, ma stavolta di un bianco sbiadito, non ricercato, visti gli anni che MIA SORELLA (siamo praticamente coetanee in quanto era già di seconda mano quando papy me la regalò) nasconde sotto un sapiente make-up.
I miei figli si sono spostati in città in vespa, appena hanno avuto l'età per aggrapparsi saldamente a me. Anche in cinque ci muovevamo agili in città, ma cauti, guidati dalle sicure braccia del giovane papà, ancora più incosciente (col senno di poi) di me, i tre bambini protetti al centro dai corpi dei due sprovveduti genitori.
Intanto "MIA SORELLA" Piaggio, dopo vari remake, rigorosamente indicati ai nostri pazienti fratelli della "Carrozzeria Stadio" dal mutevole estro di Gimmy, ha assunto un colore verde accendino (col quale mio figlio si presentò in officina per indicare il risultato atteso) con una banda centrale bianca, voluta da me , che partendo dalla scocca anteriore, attraversando il sedile rivestito di candida pelle, da un altro santo tappezziere - Gennaro in via Settimio Mobilio- arriva fino alla targa posteriore, anch' essa quasi bianca, ma stavolta di un bianco sbiadito, non ricercato, visti gli anni che MIA SORELLA (siamo praticamente coetanee in quanto era già di seconda mano quando papy me la regalò) nasconde sotto un sapiente make-up.
I miei figli si sono spostati in città in vespa, appena hanno avuto l'età per aggrapparsi saldamente a me. Anche in cinque ci muovevamo agili in città, ma cauti, guidati dalle sicure braccia del giovane papà, ancora più incosciente (col senno di poi) di me, i tre bambini protetti al centro dai corpi dei due sprovveduti genitori.
Una mia cognata, con la sua consueta,
infondata aria di superiorità soleva ripeterci:
"Pazzi e criaturi Ddio l'aiuta" il criaturo era mio marito, la pazza vi lascio immaginare................
"Pazzi e criaturi Ddio l'aiuta" il criaturo era mio marito, la pazza vi lascio immaginare................
E per
fortuna, forse anche grazie alla sua invocazione, benchè non mettesse ma,i
piede in chiesa, Dio ci ha sempre aiutati.
Sfrecciavamo via oltre il crocevia del Carmine, verso il mare, felici e beffardi, lasciandoci alle spalle le invettive dell’integerrimo Direttore scolastico, nostro condomino, che gridava allo scandalo . Lo stesso che mi diede della "pazzarella”, quando al ritorno da una veloce spesa pomeridiana - al "Supermercato Vapoforno" del compianto e galante, nonostante l'età avanzata, signor Camera, con un bimbo per mano e l'altro appeso al collo, trovai la casa svaligiata di ogni cosa potesse avere un minimo valore di mercato, e soprattutto tutti i monili che Anna, orgogliosa ed elegantissima signora dell'avvocato Francesco Saverio Viscardi, adorata mamma di mio marito, regalava alle sue tre fortunatissime nuore a Pasqua e a Natale di ogni santo anno.
Era questa l'unica perdita che mi bruciava ed ancor di più l'appellativo di pazzarella pronunciato al cospetto dei miei bambini, strano per un educatore della sua levatura morale, incorrere in questo errore da matita blu.......Ma tacqui, io sono fatta cosi, punisco chi mi ferisce col silenzio.
Gli volto le spalle. Per sempre.
Ma la vendetta è un piatto che si consuma freddo.......Nemmeno un anno dopo, con la stessa tecnica, salendo su per la canna esterna della conduttura del gas, gli stessi ladri gli svaligiarono la casa.
Le urla del preside "tutto d'un pezzo", si sentivano in tutto il vicinato.
Anche stavolta io tacevo, ma il viso abbozzava a un sorriso........
Ora i ragazzi viaggiano da soli per il mondo, alla scoperta di se stessi, il primo a partire è stato Gianmarco, che, come il minuto" pulcino Robespierre " di un cartone animato a me molto caro , con la sua "mappatella" sulle spalle prese il primo volo per Berlino all'indomani della maturità, disgustato, a suo dire, dalle ingiustizie e discriminazioni perpetrate in Italia, specialmente al Sud, specialmente a Salerno, specialmente nel suo liceo -il più blasonato scientifico della città- specialmente nella sua classe, dove erano cambiati (secondo la perversa logica sostenuta dal suo preside, della necessità di una continua rotazione ) quasi i tutti i docenti del consiglio di classe, proprio all'ultimo anno del corso di studi.
La verità mi fu comunicata come una doccia fredda dalla coordinatrice di classe, con una chiamata sul finire dell'anno scolastico .
La professoressa mi "comunicava ufficialmente" che mio figlio si era firmato un permesso d'uscita anticipata, falsificando non la mia " la qual cosa sarebbe già stata gravissima , ma addirittura la firma del vicepreside", che era P-E-R-F-E-T-T-A, sillabò, ma, purtroppo, quel giorno il vice era assente.
Il mio sempre rimpianto, spumeggiante, affascinante , elegantissimo nel suo panciotto preside Di Nardi l’avrebbe così commentato: "Eeeeeeehhhh, sò ragazzi".
Io invece ebbi un colpo fortissimo non tanto in quanto madre (sò ragazzi) ma in quanto docente. Di Diritto (!!!)
Ma come, lo assalii, appena mi venne a tiro, faceva questo "proprio a MMMMEEEE???!!!"
Come sempre, in questi frangenti, quando sa di aver torto marcio, scrollò le spalle ed uscì, sbattendosi la porta dietro con un forte SLAAAAM.
Lo punirono, anche non abbastanza, con un sei in condotta , il voto più basso della bella pagella, che gli abbassò la media al punto che non riuscì a prendere il 100 che avrebbe meritato, non tanto per l'impegno, ma per l'intuito geniale che ha ereditato dal nonno (materno, of course) insieme alla grande sensibilità per il fascino femminile, ma questo da entrambi gli avi.
Ora è un giovane "colletto bianco", in carriera a Milano. Quando, appena due settimane, fa ci ha regalato la sua presenza grazie allo "smart working" che l'azienda gli concede per due giorni al mese, a tavola, tra una chiamata e una mail, mi ha detto che aveva appena visto il film:
"La prima cosa bella" di Virzì e che mi aveva riconosciuta, a tratti, nel personaggio interpretato da una Ramazzotti in stato di grazia.................ne sono stata lusingata.
Oggi sta diventando l'uomo che volevo diventasse: colto , impegnato, curioso del bello e dell'arte.
E' lui il mio primo lettore e sostenitore, che mi ha invitato a riprendere in mano la penna, anzi, la tastiera, che dopo la perdita di papà avevo abbandonato. La sua prima domanda quando ci incontriamo nelle varie stazioni d' Europa, dove lo inseguo ormai dall'anno della maturità è:
"Mamma, stai scrivendo?'", “sì” gli dico,” ho ripreso” e lui: "Inviami una mail dell'ultimo capitolo".
Il più saggio dei tre, l'ultimo "incidente di percorso" come amo canzonarlo, anche se a pensarci bene sono stati tutti e tre bellissimi incidenti, quelli che tutte le compagnie di assicurazione vorrebbero registrare, soprattutto per il ramo VITA, come mi insegna il papà, che ha rifiutato un salto di qualità proprio in questi giorni.
lo ha fatto dice, per non spostarsi al nord, ma ho "sufficienti elementi di giudizio" per intuire che non vuole mettere troppa distanza tra noi, insomma mi vuole a Km0. Antonio sta conseguendo la specializzazione a Siena in Economia e Management, mi ha consigliato di continuare a scrivere, "ma senza condividere troppo".
Di lui lascio parlare sua la lettera, che incontrerete oltre.
Sfrecciavamo via oltre il crocevia del Carmine, verso il mare, felici e beffardi, lasciandoci alle spalle le invettive dell’integerrimo Direttore scolastico, nostro condomino, che gridava allo scandalo . Lo stesso che mi diede della "pazzarella”, quando al ritorno da una veloce spesa pomeridiana - al "Supermercato Vapoforno" del compianto e galante, nonostante l'età avanzata, signor Camera, con un bimbo per mano e l'altro appeso al collo, trovai la casa svaligiata di ogni cosa potesse avere un minimo valore di mercato, e soprattutto tutti i monili che Anna, orgogliosa ed elegantissima signora dell'avvocato Francesco Saverio Viscardi, adorata mamma di mio marito, regalava alle sue tre fortunatissime nuore a Pasqua e a Natale di ogni santo anno.
Era questa l'unica perdita che mi bruciava ed ancor di più l'appellativo di pazzarella pronunciato al cospetto dei miei bambini, strano per un educatore della sua levatura morale, incorrere in questo errore da matita blu.......Ma tacqui, io sono fatta cosi, punisco chi mi ferisce col silenzio.
Gli volto le spalle. Per sempre.
Ma la vendetta è un piatto che si consuma freddo.......Nemmeno un anno dopo, con la stessa tecnica, salendo su per la canna esterna della conduttura del gas, gli stessi ladri gli svaligiarono la casa.
Le urla del preside "tutto d'un pezzo", si sentivano in tutto il vicinato.
Anche stavolta io tacevo, ma il viso abbozzava a un sorriso........
Ora i ragazzi viaggiano da soli per il mondo, alla scoperta di se stessi, il primo a partire è stato Gianmarco, che, come il minuto" pulcino Robespierre " di un cartone animato a me molto caro , con la sua "mappatella" sulle spalle prese il primo volo per Berlino all'indomani della maturità, disgustato, a suo dire, dalle ingiustizie e discriminazioni perpetrate in Italia, specialmente al Sud, specialmente a Salerno, specialmente nel suo liceo -il più blasonato scientifico della città- specialmente nella sua classe, dove erano cambiati (secondo la perversa logica sostenuta dal suo preside, della necessità di una continua rotazione ) quasi i tutti i docenti del consiglio di classe, proprio all'ultimo anno del corso di studi.
La verità mi fu comunicata come una doccia fredda dalla coordinatrice di classe, con una chiamata sul finire dell'anno scolastico .
La professoressa mi "comunicava ufficialmente" che mio figlio si era firmato un permesso d'uscita anticipata, falsificando non la mia " la qual cosa sarebbe già stata gravissima , ma addirittura la firma del vicepreside", che era P-E-R-F-E-T-T-A, sillabò, ma, purtroppo, quel giorno il vice era assente.
Il mio sempre rimpianto, spumeggiante, affascinante , elegantissimo nel suo panciotto preside Di Nardi l’avrebbe così commentato: "Eeeeeeehhhh, sò ragazzi".
Io invece ebbi un colpo fortissimo non tanto in quanto madre (sò ragazzi) ma in quanto docente. Di Diritto (!!!)
Ma come, lo assalii, appena mi venne a tiro, faceva questo "proprio a MMMMEEEE???!!!"
Come sempre, in questi frangenti, quando sa di aver torto marcio, scrollò le spalle ed uscì, sbattendosi la porta dietro con un forte SLAAAAM.
Lo punirono, anche non abbastanza, con un sei in condotta , il voto più basso della bella pagella, che gli abbassò la media al punto che non riuscì a prendere il 100 che avrebbe meritato, non tanto per l'impegno, ma per l'intuito geniale che ha ereditato dal nonno (materno, of course) insieme alla grande sensibilità per il fascino femminile, ma questo da entrambi gli avi.
Ora è un giovane "colletto bianco", in carriera a Milano. Quando, appena due settimane, fa ci ha regalato la sua presenza grazie allo "smart working" che l'azienda gli concede per due giorni al mese, a tavola, tra una chiamata e una mail, mi ha detto che aveva appena visto il film:
"La prima cosa bella" di Virzì e che mi aveva riconosciuta, a tratti, nel personaggio interpretato da una Ramazzotti in stato di grazia.................ne sono stata lusingata.
Oggi sta diventando l'uomo che volevo diventasse: colto , impegnato, curioso del bello e dell'arte.
E' lui il mio primo lettore e sostenitore, che mi ha invitato a riprendere in mano la penna, anzi, la tastiera, che dopo la perdita di papà avevo abbandonato. La sua prima domanda quando ci incontriamo nelle varie stazioni d' Europa, dove lo inseguo ormai dall'anno della maturità è:
"Mamma, stai scrivendo?'", “sì” gli dico,” ho ripreso” e lui: "Inviami una mail dell'ultimo capitolo".
Il più saggio dei tre, l'ultimo "incidente di percorso" come amo canzonarlo, anche se a pensarci bene sono stati tutti e tre bellissimi incidenti, quelli che tutte le compagnie di assicurazione vorrebbero registrare, soprattutto per il ramo VITA, come mi insegna il papà, che ha rifiutato un salto di qualità proprio in questi giorni.
lo ha fatto dice, per non spostarsi al nord, ma ho "sufficienti elementi di giudizio" per intuire che non vuole mettere troppa distanza tra noi, insomma mi vuole a Km0. Antonio sta conseguendo la specializzazione a Siena in Economia e Management, mi ha consigliato di continuare a scrivere, "ma senza condividere troppo".
Di lui lascio parlare sua la lettera, che incontrerete oltre.
Francesco Saverio, il più paziente, l 'unico
che ancora siede a tavola con noi, tra una portata e l'altra legge le bozze del
mio libro. E' quello che più mi assomiglia nel volto: gli occhi due fessure
nere che brillano spesso di gioia, è un puro, a differenza di me, ma
condividiamo il difetto di vedere sempre un lato negativo in tutte le cose.
"Mamma usi troppo la punteggiatura", mi dice.
Ha ragione , è un pregio/difetto che ho acquisito al liceo classico dove il nostro docente di latino (che come per un' inesorabile legge del contrappasso, porta il suo stesso nome) al quale riuscivamo sempre a fargliela, consegnandogli 25 versioni identiche, l'unico modo in cui riusciva ad operare una differenziazione del voto, era l'utilizzo della punteggiatura.
Ho imparato ad usarla benissimo, tanto che, la mia compagna di classe, che quando non avevo genio ( che invece non mi mancava mai per la versione di greco) mi passava la versione , ancora non riesce a spiegarsi perchè puntualmente, prendevo mezzo voto in più di lei...........ha talmente rosicato in tutti questi anni, che mi ha colpito nel punto in cui ero più vulnerabile, la scorsa estate.
Un ultimo pensiero a Peppe, che rasserenato, si addormenta al mio fianco mentre al buio smanetto al cellulare. Ha capito che non sto chattando con nessuno. Solo con i miei ricordi.
"Mamma usi troppo la punteggiatura", mi dice.
Ha ragione , è un pregio/difetto che ho acquisito al liceo classico dove il nostro docente di latino (che come per un' inesorabile legge del contrappasso, porta il suo stesso nome) al quale riuscivamo sempre a fargliela, consegnandogli 25 versioni identiche, l'unico modo in cui riusciva ad operare una differenziazione del voto, era l'utilizzo della punteggiatura.
Ho imparato ad usarla benissimo, tanto che, la mia compagna di classe, che quando non avevo genio ( che invece non mi mancava mai per la versione di greco) mi passava la versione , ancora non riesce a spiegarsi perchè puntualmente, prendevo mezzo voto in più di lei...........ha talmente rosicato in tutti questi anni, che mi ha colpito nel punto in cui ero più vulnerabile, la scorsa estate.
Un ultimo pensiero a Peppe, che rasserenato, si addormenta al mio fianco mentre al buio smanetto al cellulare. Ha capito che non sto chattando con nessuno. Solo con i miei ricordi.
Buttando giù, domenica notte, per puro amore della scrittura (che nutro da quando spostai la penna che per la prima volta mi avevano fatto impugnare nella mano destra, in quella sinistra) gli appunti dell'ormai consueto "weekend del due giugno" a Palinuro, si è come dischiuso in me un "vaso di Pandora", da cui sono cominciati a fluire lentamente, ma inesorabilmente, come lava da un vulcano in eruzione, tanti momenti del mio cammino fin qui, nella duplice dimensione spaziale e temporale.
Ho deciso di raccoglierli tutti in capitoli di un unico romanzo breve, dopo averne condiviso qualche brano sulla mia bacheca facebook.
Ringrazio i miei figli, primi lettori ed estimatori di queste pagine, che mi hanno spronato a continuare a scrivere.
Il titolo l'ho scelto con la consulenza a distanza del più cinefilo dei miei tre ragazzi: Gianmarco, che vive e lavora a Milano ormai da due anni, offrendo un tributo a Cronenberg.
Il regista canadese del film "LA MOSCA", che proposi in visione a Gimmy quando era ancora nel nido, racconta di uno scienziato, Seth, interpretato da Jeff Goldblum, inventore del teletrasporto: funziona per davvero, ma........una mosca è entrata con lui nella cabina per il trasferimento spazio-temporale.
Mi piaceva l'idea di associare la figura di Seth a mio padre, uomo dotato di una genialità sorprendente, purtroppo non sostenuta da adeguati studi, vista la miseria in cui versava la famiglia, soprattutto alla fine del secondo conflitto mondiale, proprio nel momento in cui papà , quattordicenne, avrebbe dovuto intraprendere gli studi superiori e invece, qualcuno , o forse lui stesso, considerata la sua sconfinata generosità, gli mise in mano un arnese da elettricista, e cominciò a lavorare "sotto un padrone", per sollevare nonno dal peso di una famiglia con sei figli.
Lui l’ ultimo tentativo di nonna Sisella, che finalmente a 46 anni suonati regalò l'erede maschio al nonno, benchè non ci fosse granchè nulla da ereditare .
La versione che invece raccontava mio padre del suo abbandono degli studi, era diciamo più......cinematografica, la leggerete, se avrete la pazienza di arrivare oltre queste prime pagine.
La vespa, invece è stata per me , più di un mezzo di trasporto ,da quando a 14 anni papà me la regalò: una fiammante PX 125 grigio antracite, diventata così cara ,che amo definirla (senza nulla togliere alla mia adorata sorellina-figlia-amica-confidente-vincastro Giovanna, oggi affermato avvocato penalista) , MIA SORELLA.
A pensarci bene, alla mia sorella “carnale” ho fatto anche, ma infruttuosamente, da galeotta, quando in prima media, prese una cotta per il bell'Antonio - mai capito se corrisposta- come darle torto...... era carinissimo e di una vitalità contagiosa e tanta voglia di andare in giro per mondo, mi ricorda tanto il mio Gimmy, forse è per questo che anche lui mi chiede sempre gli ultimi aggiornamenti sulla "POSIZIONE" di mio figlio. E il mondo lo ha girato per davvero, prima di tornare stanco e appagato nella sua città, impalmare una ragazza davvero in gamba, ed avere due meravigliosi bambini, i cui occhi brillano allo stesso, identico modo in cui brillavano al papà.
Rosalinda è la giovane e bella moglie di Antonio, anche lei avvocato (sposarne uno era scritto nel suo destino, ma una civilista è meglio) ragazza profonda e sensibile: attraverso i racconti del marito, presagivo e temevo il grande dolore che trafigge un figlio quando perde un genitore.
Eravamo in macchina, con noi anche il buon Pietro, quando chiesi ad Antonio, seriamente incuriosita, data la sua grande esperienza di globe-trotter, quale fosse mai, a suo parere, la migliore cucina al mondo. Senza pensarci tropo rispose, serio: "Quella di mia madre" e tutti sbottammo in una sonora risata. Ci eravamo ritrovati, dopo tanti anni, a viaggiare insieme in un allegro gruppo pendolare di "Proff. in Trip" : bravissimi ragazzi dai sentimenti veri e semplici, come lo erano tutti in quella macchina, che ogni mattina dall'imbocco del traforo di porta Ovest , altezza ex distributore Shell, ci portava allegramente e con leggerezza a Castellammare di Stabia, con leggerezza, perchè il travaglio del viaggio e della fatica nell'approcciarsi a tanti ragazzi difficili, che abbiamo comunque trovato lungo il nostro cammino, veniva condiviso e dunque ridimensionato: "Se condividi un dolore si dimezza, se condividi una gioia si moltiplica”, e la nostra gioia si decuplicava in quella macchina in cui c'era sempre un passeggero di troppo, ad ogni più piccola battuta. Ora che viaggio da sola a Cava, quelle mattine in compagnia di amici fraterni, mi mancano tanto......
Intanto "MIA SORELLA" Piaggio, dopo vari remake, rigorosamente indicati ai nostri pazienti fratelli della "Carrozzeria Stadio" dal mutevole estro di Gimmy, ha assunto un colore verde accendino (col quale mio figlio si presentò in officina per indicare il risultato atteso) con una banda centrale bianca, voluta da me , che partendo dalla scocca anteriore, attraversando il sedile rivestito di candida pelle, da un altro santo tappezziere - Gennaro in via Settimio Mobilio- arriva fino alla targa posteriore, anch' essa quasi bianca, ma stavolta di un bianco sbiadito, non ricercato, visti gli anni che MIA SORELLA (siamo praticamente coetanee in quanto era già di seconda mano quando papy me la regalò) nasconde sotto un sapiente make-up.
I miei figli si sono spostati in città in vespa, appena hanno avuto l'età per aggrapparsi saldamente a me. Anche in cinque ci muovevamo agili in città, ma cauti, guidati dalle sicure braccia del giovane papà, ancora più incosciente (col senno di poi) di me, i tre bambini protetti al centro dai corpi dei due sprovveduti genitori.
Una mia cognata, con la sua consueta, infondata aria di superiorità soleva ripeterci:
"Pazzi e criaturi Ddio l'aiuta" il criaturo era mio marito, la pazza vi lascio immaginare................
E per fortuna, forse anche grazie alla sua invocazione, benchè non mettesse ma,i piede in chiesa, Dio ci ha sempre aiutati.
Sfrecciavamo via oltre il crocevia del Carmine, verso il mare, felici e beffardi, lasciandoci alle spalle le invettive dell’integerrimo Direttore scolastico, nostro condomino, che gridava allo scandalo . Lo stesso che mi diede della "pazzarella”, quando al ritorno da una veloce spesa pomeridiana - al "Supermercato Vapoforno" del compianto e galante, nonostante l'età avanzata, signor Camera, con un bimbo per mano e l'altro appeso al collo, trovai la casa svaligiata di ogni cosa potesse avere un minimo valore di mercato, e soprattutto tutti i monili che Anna, orgogliosa ed elegantissima signora dell'avvocato Francesco Saverio Viscardi, adorata mamma di mio marito, regalava alle sue tre fortunatissime nuore a Pasqua e a Natale di ogni santo anno.
Era questa l'unica perdita che mi bruciava ed ancor di più l'appellativo di pazzarella pronunciato al cospetto dei miei bambini, strano per un educatore della sua levatura morale, incorrere in questo errore da matita blu.......Ma tacqui, io sono fatta cosi, punisco chi mi ferisce col silenzio.
Gli volto le spalle. Per sempre.
Ma la vendetta è un piatto che si consuma freddo.......Nemmeno un anno dopo, con la stessa tecnica, salendo su per la canna esterna della conduttura del gas, gli stessi ladri gli svaligiarono la casa.
Le urla del preside "tutto d'un pezzo", si sentivano in tutto il vicinato.
Anche stavolta io tacevo, ma il viso abbozzava a un sorriso........
Ora i ragazzi viaggiano da soli per il mondo, alla scoperta di se stessi, il primo a partire è stato Gianmarco, che, come il minuto" pulcino Robespierre " di un cartone animato a me molto caro , con la sua "mappatella" sulle spalle prese il primo volo per Berlino all'indomani della maturità, disgustato, a suo dire, dalle ingiustizie e discriminazioni perpetrate in Italia, specialmente al Sud, specialmente a Salerno, specialmente nel suo liceo -il più blasonato scientifico della città- specialmente nella sua classe, dove erano cambiati (secondo la perversa logica sostenuta dal suo preside, della necessità di una continua rotazione ) quasi i tutti i docenti del consiglio di classe, proprio all'ultimo anno del corso di studi.
La verità mi fu comunicata come una doccia fredda dalla coordinatrice di classe, con una chiamata sul finire dell'anno scolastico .
La professoressa mi "comunicava ufficialmente" che mio figlio si era firmato un permesso d'uscita anticipata, falsificando non la mia " la qual cosa sarebbe già stata gravissima , ma addirittura la firma del vicepreside", che era P-E-R-F-E-T-T-A, sillabò, ma, purtroppo, quel giorno il vice era assente.
Il mio sempre rimpianto, spumeggiante, affascinante , elegantissimo nel suo panciotto preside Di Nardi l’avrebbe così commentato: "Eeeeeeehhhh, sò ragazzi".
Io invece ebbi un colpo fortissimo non tanto in quanto madre (sò ragazzi) ma in quanto docente. Di Diritto (!!!)
Ma come, lo assalii, appena mi venne a tiro, faceva questo "proprio a MMMMEEEE???!!!"
Come sempre, in questi frangenti, quando sa di aver torto marcio, scrollò le spalle ed uscì, sbattendosi la porta dietro con un forte SLAAAAM.
Lo punirono, anche non abbastanza, con un sei in condotta , il voto più basso della bella pagella, che gli abbassò la media al punto che non riuscì a prendere il 100 che avrebbe meritato, non tanto per l'impegno, ma per l'intuito geniale che ha ereditato dal nonno (materno, of course) insieme alla grande sensibilità per il fascino femminile, ma questo da entrambi gli avi.
Ora è un giovane "colletto bianco", in carriera a Milano. Quando, appena due settimane, fa ci ha regalato la sua presenza grazie allo "smart working" che l'azienda gli concede per due giorni al mese, a tavola, tra una chiamata e una mail, mi ha detto che aveva appena visto il film:
"La prima cosa bella" di Virzì e che mi aveva riconosciuta, a tratti, nel personaggio interpretato da una Ramazzotti in stato di grazia.................ne sono stata lusingata.
Oggi sta diventando l'uomo che volevo diventasse: colto , impegnato, curioso del bello e dell'arte.
E' lui il mio primo lettore e sostenitore, che mi ha invitato a riprendere in mano la penna, anzi, la tastiera, che dopo la perdita di papà avevo abbandonato. La sua prima domanda quando ci incontriamo nelle varie stazioni d' Europa, dove lo inseguo ormai dall'anno della maturità è:
"Mamma, stai scrivendo?'", “sì” gli dico,” ho ripreso” e lui: "Inviami una mail dell'ultimo capitolo".
Il più saggio dei tre, l'ultimo "incidente di percorso" come amo canzonarlo, anche se a pensarci bene sono stati tutti e tre bellissimi incidenti, quelli che tutte le compagnie di assicurazione vorrebbero registrare, soprattutto per il ramo VITA, come mi insegna il papà, che ha rifiutato un salto di qualità proprio in questi giorni.
lo ha fatto dice, per non spostarsi al nord, ma ho "sufficienti elementi di giudizio" per intuire che non vuole mettere troppa distanza tra noi, insomma mi vuole a Km0. Antonio sta conseguendo la specializzazione a Siena in Economia e Management, mi ha consigliato di continuare a scrivere, "ma senza condividere troppo".
Di lui lascio parlare sua la lettera, che incontrerete oltre.
Francesco Saverio, il più paziente, l 'unico che ancora siede a tavola con noi, tra una portata e l'altra legge le bozze del mio libro. E' quello che più mi assomiglia nel volto: gli occhi due fessure nere che brillano spesso di gioia, è un puro, a differenza di me, ma condividiamo il difetto di vedere sempre un lato negativo in tutte le cose.
"Mamma usi troppo la punteggiatura", mi dice.
Ha ragione , è un pregio/difetto che ho acquisito al liceo classico dove il nostro docente di latino (che come per un' inesorabile legge del contrappasso, porta il suo stesso nome) al quale riuscivamo sempre a fargliela, consegnandogli 25 versioni identiche, l'unico modo in cui riusciva ad operare una differenziazione del voto, era l'utilizzo della punteggiatura.
Ho imparato ad usarla benissimo, tanto che, la mia compagna di classe, che quando non avevo genio ( che invece non mi mancava mai per la versione di greco) mi passava la versione , ancora non riesce a spiegarsi perchè puntualmente, prendevo mezzo voto in più di lei...........ha talmente rosicato in tutti questi anni, che mi ha colpito nel punto in cui ero più vulnerabile, la scorsa estate.
Un ultimo pensiero a Peppe, che rasserenato, si addormenta al mio fianco mentre al buio smanetto al cellulare. Ha capito che non sto chattando con nessuno. Solo con i miei ricordi.
PROLOGO
Buttando giù, domenica notte, per puro amore
della scrittura (che nutro da quando spostai la penna che per la prima volta mi
avevano fatto impugnare nella mano destra, in quella sinistra) gli appunti
dell'ormai consueto "weekend del due giugno" a Palinuro, si è come
dischiuso in me un "vaso di Pandora", da cui sono cominciati a fluire
lentamente, ma inesorabilmente, come lava da un vulcano in eruzione, tanti
momenti del mio cammino fin qui, nella duplice dimensione spaziale e
temporale.
Ho deciso di raccoglierli tutti in capitoli di un unico romanzo breve, dopo averne condiviso qualche brano sulla mia bacheca facebook.
Ringrazio i miei figli, primi lettori ed estimatori di queste pagine, che mi hanno spronato a continuare a scrivere.
Il titolo l'ho scelto con la consulenza a distanza del più cinefilo dei miei tre ragazzi: Gianmarco, che vive e lavora a Milano ormai da due anni, offrendo un tributo a Cronenberg.
Ho deciso di raccoglierli tutti in capitoli di un unico romanzo breve, dopo averne condiviso qualche brano sulla mia bacheca facebook.
Ringrazio i miei figli, primi lettori ed estimatori di queste pagine, che mi hanno spronato a continuare a scrivere.
Il titolo l'ho scelto con la consulenza a distanza del più cinefilo dei miei tre ragazzi: Gianmarco, che vive e lavora a Milano ormai da due anni, offrendo un tributo a Cronenberg.
Il regista canadese del film "LA
MOSCA", che proposi in visione a
Gimmy quando era ancora nel nido, racconta di uno scienziato, Seth, interpretato da Jeff Goldblum, inventore del
teletrasporto: funziona per davvero, ma........una mosca è entrata con lui
nella cabina per il trasferimento
spazio-temporale.
Mi piaceva l'idea di associare la figura di Seth a mio padre, uomo dotato di una genialità sorprendente, purtroppo non sostenuta da adeguati studi, vista la miseria in cui versava la famiglia, soprattutto alla fine del secondo conflitto mondiale, proprio nel momento in cui papà , quattordicenne, avrebbe dovuto intraprendere gli studi superiori e invece, qualcuno , o forse lui stesso, considerata la sua sconfinata generosità, gli mise in mano un arnese da elettricista, e cominciò a lavorare "sotto un padrone", per sollevare nonno dal peso di una famiglia con sei figli.
Mi piaceva l'idea di associare la figura di Seth a mio padre, uomo dotato di una genialità sorprendente, purtroppo non sostenuta da adeguati studi, vista la miseria in cui versava la famiglia, soprattutto alla fine del secondo conflitto mondiale, proprio nel momento in cui papà , quattordicenne, avrebbe dovuto intraprendere gli studi superiori e invece, qualcuno , o forse lui stesso, considerata la sua sconfinata generosità, gli mise in mano un arnese da elettricista, e cominciò a lavorare "sotto un padrone", per sollevare nonno dal peso di una famiglia con sei figli.
Lui l’ ultimo tentativo di nonna Sisella, che
finalmente a 46 anni suonati regalò l'erede maschio al nonno, benchè non ci
fosse granchè nulla da ereditare .
La versione che invece raccontava mio padre del suo abbandono degli studi, era diciamo più......cinematografica, la leggerete, se avrete la pazienza di arrivare oltre queste prime pagine.
La vespa, invece è stata per me , più di un mezzo di trasporto ,da quando a 14 anni papà me la regalò: una fiammante PX 125 grigio antracite, diventata così cara ,che amo definirla (senza nulla togliere alla mia adorata sorellina-figlia-amica-confidente-vincastro Giovanna, oggi affermato avvocato penalista) , MIA SORELLA.
A pensarci bene, alla mia sorella “carnale” ho fatto anche, ma infruttuosamente, da galeotta, quando in prima media, prese una cotta per il bell'Antonio - mai capito se corrisposta- come darle torto...... era carinissimo e di una vitalità contagiosa e tanta voglia di andare in giro per mondo, mi ricorda tanto il mio Gimmy, forse è per questo che anche lui mi chiede sempre gli ultimi aggiornamenti sulla "POSIZIONE" di mio figlio. E il mondo lo ha girato per davvero, prima di tornare stanco e appagato nella sua città, impalmare una ragazza davvero in gamba, ed avere due meravigliosi bambini, i cui occhi brillano allo stesso, identico modo in cui brillavano al papà.
Rosalinda è la giovane e bella moglie di Antonio, anche lei avvocato (sposarne uno era scritto nel suo destino, ma una civilista è meglio) ragazza profonda e sensibile: attraverso i racconti del marito, presagivo e temevo il grande dolore che trafigge un figlio quando perde un genitore.
La versione che invece raccontava mio padre del suo abbandono degli studi, era diciamo più......cinematografica, la leggerete, se avrete la pazienza di arrivare oltre queste prime pagine.
La vespa, invece è stata per me , più di un mezzo di trasporto ,da quando a 14 anni papà me la regalò: una fiammante PX 125 grigio antracite, diventata così cara ,che amo definirla (senza nulla togliere alla mia adorata sorellina-figlia-amica-confidente-vincastro Giovanna, oggi affermato avvocato penalista) , MIA SORELLA.
A pensarci bene, alla mia sorella “carnale” ho fatto anche, ma infruttuosamente, da galeotta, quando in prima media, prese una cotta per il bell'Antonio - mai capito se corrisposta- come darle torto...... era carinissimo e di una vitalità contagiosa e tanta voglia di andare in giro per mondo, mi ricorda tanto il mio Gimmy, forse è per questo che anche lui mi chiede sempre gli ultimi aggiornamenti sulla "POSIZIONE" di mio figlio. E il mondo lo ha girato per davvero, prima di tornare stanco e appagato nella sua città, impalmare una ragazza davvero in gamba, ed avere due meravigliosi bambini, i cui occhi brillano allo stesso, identico modo in cui brillavano al papà.
Rosalinda è la giovane e bella moglie di Antonio, anche lei avvocato (sposarne uno era scritto nel suo destino, ma una civilista è meglio) ragazza profonda e sensibile: attraverso i racconti del marito, presagivo e temevo il grande dolore che trafigge un figlio quando perde un genitore.
Eravamo in macchina, con noi anche il buon
Pietro, quando chiesi ad Antonio, seriamente incuriosita, data la sua grande
esperienza di globe-trotter, quale fosse mai, a suo parere, la migliore cucina
al mondo. Senza pensarci tropo rispose, serio: "Quella di mia madre"
e tutti sbottammo in una sonora risata. Ci eravamo ritrovati, dopo tanti anni,
a viaggiare insieme in un allegro gruppo pendolare di "Proff. in Trip" : bravissimi
ragazzi dai sentimenti veri e semplici, come lo erano tutti in quella macchina,
che ogni mattina dall'imbocco del traforo di porta Ovest , altezza ex distributore
Shell, ci portava allegramente e con leggerezza a Castellammare di Stabia, con
leggerezza, perchè il travaglio del viaggio e della fatica nell'approcciarsi a
tanti ragazzi difficili, che abbiamo comunque trovato lungo il nostro cammino,
veniva condiviso e dunque ridimensionato: "Se condividi un dolore si
dimezza, se condividi una gioia si moltiplica”, e la nostra gioia si
decuplicava in quella macchina in cui c'era sempre un passeggero di troppo, ad
ogni più piccola battuta. Ora che viaggio da sola a Cava, quelle mattine in
compagnia di amici fraterni, mi mancano tanto......
Intanto "MIA SORELLA" Piaggio, dopo vari remake, rigorosamente indicati ai nostri pazienti fratelli della "Carrozzeria Stadio" dal mutevole estro di Gimmy, ha assunto un colore verde accendino (col quale mio figlio si presentò in officina per indicare il risultato atteso) con una banda centrale bianca, voluta da me , che partendo dalla scocca anteriore, attraversando il sedile rivestito di candida pelle, da un altro santo tappezziere - Gennaro in via Settimio Mobilio- arriva fino alla targa posteriore, anch' essa quasi bianca, ma stavolta di un bianco sbiadito, non ricercato, visti gli anni che MIA SORELLA (siamo praticamente coetanee in quanto era già di seconda mano quando papy me la regalò) nasconde sotto un sapiente make-up.
I miei figli si sono spostati in città in vespa, appena hanno avuto l'età per aggrapparsi saldamente a me. Anche in cinque ci muovevamo agili in città, ma cauti, guidati dalle sicure braccia del giovane papà, ancora più incosciente (col senno di poi) di me, i tre bambini protetti al centro dai corpi dei due sprovveduti genitori.
Intanto "MIA SORELLA" Piaggio, dopo vari remake, rigorosamente indicati ai nostri pazienti fratelli della "Carrozzeria Stadio" dal mutevole estro di Gimmy, ha assunto un colore verde accendino (col quale mio figlio si presentò in officina per indicare il risultato atteso) con una banda centrale bianca, voluta da me , che partendo dalla scocca anteriore, attraversando il sedile rivestito di candida pelle, da un altro santo tappezziere - Gennaro in via Settimio Mobilio- arriva fino alla targa posteriore, anch' essa quasi bianca, ma stavolta di un bianco sbiadito, non ricercato, visti gli anni che MIA SORELLA (siamo praticamente coetanee in quanto era già di seconda mano quando papy me la regalò) nasconde sotto un sapiente make-up.
I miei figli si sono spostati in città in vespa, appena hanno avuto l'età per aggrapparsi saldamente a me. Anche in cinque ci muovevamo agili in città, ma cauti, guidati dalle sicure braccia del giovane papà, ancora più incosciente (col senno di poi) di me, i tre bambini protetti al centro dai corpi dei due sprovveduti genitori.
Una mia cognata, con la sua consueta,
infondata aria di superiorità soleva ripeterci:
"Pazzi e criaturi Ddio l'aiuta" il criaturo era mio marito, la pazza vi lascio immaginare................
"Pazzi e criaturi Ddio l'aiuta" il criaturo era mio marito, la pazza vi lascio immaginare................
E per
fortuna, forse anche grazie alla sua invocazione, benchè non mettesse ma,i
piede in chiesa, Dio ci ha sempre aiutati.
Sfrecciavamo via oltre il crocevia del Carmine, verso il mare, felici e beffardi, lasciandoci alle spalle le invettive dell’integerrimo Direttore scolastico, nostro condomino, che gridava allo scandalo . Lo stesso che mi diede della "pazzarella”, quando al ritorno da una veloce spesa pomeridiana - al "Supermercato Vapoforno" del compianto e galante, nonostante l'età avanzata, signor Camera, con un bimbo per mano e l'altro appeso al collo, trovai la casa svaligiata di ogni cosa potesse avere un minimo valore di mercato, e soprattutto tutti i monili che Anna, orgogliosa ed elegantissima signora dell'avvocato Francesco Saverio Viscardi, adorata mamma di mio marito, regalava alle sue tre fortunatissime nuore a Pasqua e a Natale di ogni santo anno.
Era questa l'unica perdita che mi bruciava ed ancor di più l'appellativo di pazzarella pronunciato al cospetto dei miei bambini, strano per un educatore della sua levatura morale, incorrere in questo errore da matita blu.......Ma tacqui, io sono fatta cosi, punisco chi mi ferisce col silenzio.
Gli volto le spalle. Per sempre.
Ma la vendetta è un piatto che si consuma freddo.......Nemmeno un anno dopo, con la stessa tecnica, salendo su per la canna esterna della conduttura del gas, gli stessi ladri gli svaligiarono la casa.
Le urla del preside "tutto d'un pezzo", si sentivano in tutto il vicinato.
Anche stavolta io tacevo, ma il viso abbozzava a un sorriso........
Ora i ragazzi viaggiano da soli per il mondo, alla scoperta di se stessi, il primo a partire è stato Gianmarco, che, come il minuto" pulcino Robespierre " di un cartone animato a me molto caro , con la sua "mappatella" sulle spalle prese il primo volo per Berlino all'indomani della maturità, disgustato, a suo dire, dalle ingiustizie e discriminazioni perpetrate in Italia, specialmente al Sud, specialmente a Salerno, specialmente nel suo liceo -il più blasonato scientifico della città- specialmente nella sua classe, dove erano cambiati (secondo la perversa logica sostenuta dal suo preside, della necessità di una continua rotazione ) quasi i tutti i docenti del consiglio di classe, proprio all'ultimo anno del corso di studi.
La verità mi fu comunicata come una doccia fredda dalla coordinatrice di classe, con una chiamata sul finire dell'anno scolastico .
La professoressa mi "comunicava ufficialmente" che mio figlio si era firmato un permesso d'uscita anticipata, falsificando non la mia " la qual cosa sarebbe già stata gravissima , ma addirittura la firma del vicepreside", che era P-E-R-F-E-T-T-A, sillabò, ma, purtroppo, quel giorno il vice era assente.
Il mio sempre rimpianto, spumeggiante, affascinante , elegantissimo nel suo panciotto preside Di Nardi l’avrebbe così commentato: "Eeeeeeehhhh, sò ragazzi".
Io invece ebbi un colpo fortissimo non tanto in quanto madre (sò ragazzi) ma in quanto docente. Di Diritto (!!!)
Ma come, lo assalii, appena mi venne a tiro, faceva questo "proprio a MMMMEEEE???!!!"
Come sempre, in questi frangenti, quando sa di aver torto marcio, scrollò le spalle ed uscì, sbattendosi la porta dietro con un forte SLAAAAM.
Lo punirono, anche non abbastanza, con un sei in condotta , il voto più basso della bella pagella, che gli abbassò la media al punto che non riuscì a prendere il 100 che avrebbe meritato, non tanto per l'impegno, ma per l'intuito geniale che ha ereditato dal nonno (materno, of course) insieme alla grande sensibilità per il fascino femminile, ma questo da entrambi gli avi.
Ora è un giovane "colletto bianco", in carriera a Milano. Quando, appena due settimane, fa ci ha regalato la sua presenza grazie allo "smart working" che l'azienda gli concede per due giorni al mese, a tavola, tra una chiamata e una mail, mi ha detto che aveva appena visto il film:
"La prima cosa bella" di Virzì e che mi aveva riconosciuta, a tratti, nel personaggio interpretato da una Ramazzotti in stato di grazia.................ne sono stata lusingata.
Oggi sta diventando l'uomo che volevo diventasse: colto , impegnato, curioso del bello e dell'arte.
E' lui il mio primo lettore e sostenitore, che mi ha invitato a riprendere in mano la penna, anzi, la tastiera, che dopo la perdita di papà avevo abbandonato. La sua prima domanda quando ci incontriamo nelle varie stazioni d' Europa, dove lo inseguo ormai dall'anno della maturità è:
"Mamma, stai scrivendo?'", “sì” gli dico,” ho ripreso” e lui: "Inviami una mail dell'ultimo capitolo".
Il più saggio dei tre, l'ultimo "incidente di percorso" come amo canzonarlo, anche se a pensarci bene sono stati tutti e tre bellissimi incidenti, quelli che tutte le compagnie di assicurazione vorrebbero registrare, soprattutto per il ramo VITA, come mi insegna il papà, che ha rifiutato un salto di qualità proprio in questi giorni.
lo ha fatto dice, per non spostarsi al nord, ma ho "sufficienti elementi di giudizio" per intuire che non vuole mettere troppa distanza tra noi, insomma mi vuole a Km0. Antonio sta conseguendo la specializzazione a Siena in Economia e Management, mi ha consigliato di continuare a scrivere, "ma senza condividere troppo".
Di lui lascio parlare sua la lettera, che incontrerete oltre.
Sfrecciavamo via oltre il crocevia del Carmine, verso il mare, felici e beffardi, lasciandoci alle spalle le invettive dell’integerrimo Direttore scolastico, nostro condomino, che gridava allo scandalo . Lo stesso che mi diede della "pazzarella”, quando al ritorno da una veloce spesa pomeridiana - al "Supermercato Vapoforno" del compianto e galante, nonostante l'età avanzata, signor Camera, con un bimbo per mano e l'altro appeso al collo, trovai la casa svaligiata di ogni cosa potesse avere un minimo valore di mercato, e soprattutto tutti i monili che Anna, orgogliosa ed elegantissima signora dell'avvocato Francesco Saverio Viscardi, adorata mamma di mio marito, regalava alle sue tre fortunatissime nuore a Pasqua e a Natale di ogni santo anno.
Era questa l'unica perdita che mi bruciava ed ancor di più l'appellativo di pazzarella pronunciato al cospetto dei miei bambini, strano per un educatore della sua levatura morale, incorrere in questo errore da matita blu.......Ma tacqui, io sono fatta cosi, punisco chi mi ferisce col silenzio.
Gli volto le spalle. Per sempre.
Ma la vendetta è un piatto che si consuma freddo.......Nemmeno un anno dopo, con la stessa tecnica, salendo su per la canna esterna della conduttura del gas, gli stessi ladri gli svaligiarono la casa.
Le urla del preside "tutto d'un pezzo", si sentivano in tutto il vicinato.
Anche stavolta io tacevo, ma il viso abbozzava a un sorriso........
Ora i ragazzi viaggiano da soli per il mondo, alla scoperta di se stessi, il primo a partire è stato Gianmarco, che, come il minuto" pulcino Robespierre " di un cartone animato a me molto caro , con la sua "mappatella" sulle spalle prese il primo volo per Berlino all'indomani della maturità, disgustato, a suo dire, dalle ingiustizie e discriminazioni perpetrate in Italia, specialmente al Sud, specialmente a Salerno, specialmente nel suo liceo -il più blasonato scientifico della città- specialmente nella sua classe, dove erano cambiati (secondo la perversa logica sostenuta dal suo preside, della necessità di una continua rotazione ) quasi i tutti i docenti del consiglio di classe, proprio all'ultimo anno del corso di studi.
La verità mi fu comunicata come una doccia fredda dalla coordinatrice di classe, con una chiamata sul finire dell'anno scolastico .
La professoressa mi "comunicava ufficialmente" che mio figlio si era firmato un permesso d'uscita anticipata, falsificando non la mia " la qual cosa sarebbe già stata gravissima , ma addirittura la firma del vicepreside", che era P-E-R-F-E-T-T-A, sillabò, ma, purtroppo, quel giorno il vice era assente.
Il mio sempre rimpianto, spumeggiante, affascinante , elegantissimo nel suo panciotto preside Di Nardi l’avrebbe così commentato: "Eeeeeeehhhh, sò ragazzi".
Io invece ebbi un colpo fortissimo non tanto in quanto madre (sò ragazzi) ma in quanto docente. Di Diritto (!!!)
Ma come, lo assalii, appena mi venne a tiro, faceva questo "proprio a MMMMEEEE???!!!"
Come sempre, in questi frangenti, quando sa di aver torto marcio, scrollò le spalle ed uscì, sbattendosi la porta dietro con un forte SLAAAAM.
Lo punirono, anche non abbastanza, con un sei in condotta , il voto più basso della bella pagella, che gli abbassò la media al punto che non riuscì a prendere il 100 che avrebbe meritato, non tanto per l'impegno, ma per l'intuito geniale che ha ereditato dal nonno (materno, of course) insieme alla grande sensibilità per il fascino femminile, ma questo da entrambi gli avi.
Ora è un giovane "colletto bianco", in carriera a Milano. Quando, appena due settimane, fa ci ha regalato la sua presenza grazie allo "smart working" che l'azienda gli concede per due giorni al mese, a tavola, tra una chiamata e una mail, mi ha detto che aveva appena visto il film:
"La prima cosa bella" di Virzì e che mi aveva riconosciuta, a tratti, nel personaggio interpretato da una Ramazzotti in stato di grazia.................ne sono stata lusingata.
Oggi sta diventando l'uomo che volevo diventasse: colto , impegnato, curioso del bello e dell'arte.
E' lui il mio primo lettore e sostenitore, che mi ha invitato a riprendere in mano la penna, anzi, la tastiera, che dopo la perdita di papà avevo abbandonato. La sua prima domanda quando ci incontriamo nelle varie stazioni d' Europa, dove lo inseguo ormai dall'anno della maturità è:
"Mamma, stai scrivendo?'", “sì” gli dico,” ho ripreso” e lui: "Inviami una mail dell'ultimo capitolo".
Il più saggio dei tre, l'ultimo "incidente di percorso" come amo canzonarlo, anche se a pensarci bene sono stati tutti e tre bellissimi incidenti, quelli che tutte le compagnie di assicurazione vorrebbero registrare, soprattutto per il ramo VITA, come mi insegna il papà, che ha rifiutato un salto di qualità proprio in questi giorni.
lo ha fatto dice, per non spostarsi al nord, ma ho "sufficienti elementi di giudizio" per intuire che non vuole mettere troppa distanza tra noi, insomma mi vuole a Km0. Antonio sta conseguendo la specializzazione a Siena in Economia e Management, mi ha consigliato di continuare a scrivere, "ma senza condividere troppo".
Di lui lascio parlare sua la lettera, che incontrerete oltre.
Francesco Saverio, il più paziente, l 'unico
che ancora siede a tavola con noi, tra una portata e l'altra legge le bozze del
mio libro. E' quello che più mi assomiglia nel volto: gli occhi due fessure
nere che brillano spesso di gioia, è un puro, a differenza di me, ma
condividiamo il difetto di vedere sempre un lato negativo in tutte le cose.
"Mamma usi troppo la punteggiatura", mi dice.
Ha ragione , è un pregio/difetto che ho acquisito al liceo classico dove il nostro docente di latino (che come per un' inesorabile legge del contrappasso, porta il suo stesso nome) al quale riuscivamo sempre a fargliela, consegnandogli 25 versioni identiche, l'unico modo in cui riusciva ad operare una differenziazione del voto, era l'utilizzo della punteggiatura.
Ho imparato ad usarla benissimo, tanto che, la mia compagna di classe, che quando non avevo genio ( che invece non mi mancava mai per la versione di greco) mi passava la versione , ancora non riesce a spiegarsi perchè puntualmente, prendevo mezzo voto in più di lei...........ha talmente rosicato in tutti questi anni, che mi ha colpito nel punto in cui ero più vulnerabile, la scorsa estate.
Un ultimo pensiero a Peppe, che rasserenato, si addormenta al mio fianco mentre al buio smanetto al cellulare. Ha capito che non sto chattando con nessuno. Solo con i miei ricordi.
"Mamma usi troppo la punteggiatura", mi dice.
Ha ragione , è un pregio/difetto che ho acquisito al liceo classico dove il nostro docente di latino (che come per un' inesorabile legge del contrappasso, porta il suo stesso nome) al quale riuscivamo sempre a fargliela, consegnandogli 25 versioni identiche, l'unico modo in cui riusciva ad operare una differenziazione del voto, era l'utilizzo della punteggiatura.
Ho imparato ad usarla benissimo, tanto che, la mia compagna di classe, che quando non avevo genio ( che invece non mi mancava mai per la versione di greco) mi passava la versione , ancora non riesce a spiegarsi perchè puntualmente, prendevo mezzo voto in più di lei...........ha talmente rosicato in tutti questi anni, che mi ha colpito nel punto in cui ero più vulnerabile, la scorsa estate.
Un ultimo pensiero a Peppe, che rasserenato, si addormenta al mio fianco mentre al buio smanetto al cellulare. Ha capito che non sto chattando con nessuno. Solo con i miei ricordi.
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