Ripley
Finezza ed eleganza nel noir in bianco e nero girato impeccabilmente in un' austera Italia anni '50 tra le mete turistiche più ambite dagli americani : Palermo, Napoli, Roma, Rimini, Venezia.
L' aria è sempre grigia, anche ad Atrani, da dove la storia si dipana, il cielo è sempre oscurato.
Tom Ripley viene mandato dal padre di Richard in Italia per riportare il figlio in America.
Ma Ripley si vuole riprendere quello che la vita gli ha negato.
Ci riesce, ma come accadde a Caravaggio, assassino di Ranuccio, i cui quadri sono il fil rouge di tutta la serie, finisce con l' identificarsi nella sua vittima.
Il volto di Davide nel tenebroso dipinto è lo stesso della testa troncata di Golia.
Tom sopravvive perché la sua vittima sopravvive in lui.
Bello il cameo di una nostra attrice nella produzione americana: Margherita Buy, che incarna in maniera sobria ed impeccabile la portinaia che tutto controlla ma che nulla comprende.
Pregevole l' interpretazione di un altro grande attore italiano: Maurizio Lombardi, nei panni di uno zelante ispettore di chandleriana memoria, che non tralascia nulla, tranne un dettaglio: il volto di Richard.
Ci sono inquadrature su particolari che diventano poesia pura, penso ad esempio alla gondola che viene ripresa dall' alto mentre taglia il ponte dei sospiri, o al posacenere di cristallo che diventa monito e arma allo stesso tempo.
C è chi nasce ricco senza nessun talento e chi invece di quella ricchezza se ne appropria col talento che la vita gli ha dato in dote.
Impunemente.
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