Godless
Dopo circa due mesi di astensione spontanea da ogni trasmissione televisiva, sorge in me forte il desiderio di seguire finalmente una serie bella "tosta", complice forse anche il "cambiamento climatico" .
Vado su Netflix e comincio a sfogliare i vari titoli, in cerca di "Teheran", serie che qualcuno mi ha suggerito.
Ma nella ricerca la mia attenzione viene catturata da un volto a me caro: quello di Michelle Dokery( la Mary di Downtown Abbey), che adesso compare sulla locandina di "Godless".
La scelgo.
Si tratta di un western molto "wild" , realistico, duro, che ti immerge in un mondo selvaggio, crudo, spietato, risvegliandoti ricordi ed emozioni di un grande cinema respirato da bambina. Godless è la storia della caccia ad un uomo, Roy Goode, che un pò per soldi e un po' perché quella vita gli è venuta a nausea, tradisce la sua banda, uccidendo tre di loro, staccando con un colpo di fucile un braccio al capo e portandosi via un malloppo di 50.000 dollari. Alla guida di quel manipolo di senza dio c' è lo spietato Frank Griffin, pronto a qualunque efferatezza pur di riavere tra le sue mani il traditore.
La teoria che guida le sue scelerate azioni è che non può esserci un Dio "se lo stesso Dio che ha creato me e voi ha creato anche i serpenti. Tu puoi contare solo su to stesso, questa è la verità".
Nel frattempo il fuggitivo, con due proiettili in corpo, riesce a raggiungere Le Belle, una cittadina abitata da sole donne, dopo che un incidente in miniera ha mandato all' inferno 60 uomini. Ad accogliere Roy, con il terzo colpo mirato alla gola, è la carabina della doppiamente vedova Alice, che vive in una fattoria con la suocera pellerossa ed il figlio mezzosangue. Ed è proprio la magica medicina indiana che rimette in piedi il bandito. Quando Alice gli chiede di rimanere per domare i suoi cavalli bradi, lui le risponde:
" Sta sbagliando, signora, io porto solo guai".
E lei: " E' una cosa che abbiamo in comune, allora...".
Commenti
Posta un commento