Il sol dell'avvenire
Belli i primi 10' dell' ultimo film di Moretti, un' immersione nel mondo della sinistra italiana degli anni '50, ideali puri, grandi speranze di affermazione della "concreta utopia" di uguaglianza sociale, lontana dal feroce stalinismo dei compagni sovietici. Poi quella dolce sensazione di aver ritrovato un mondo perduto, lascia il posto al narcisismo di Moretti, che ultimamente si ritaglia nei suoi film spazi sempre più ampi da attore protagonista, didascalico, monocorde, e qui anche stonato.
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