SAMUSÀ
Tornare al Verdi, al turno del venerdì sera, dopo tanto tempo, é stata un' incredibile emozione. Farlo per assistere allo spettacolo di Virginia Raffaele, una scelta felice, anzi, esilarante per tutte le due ore di spettacolo: atto unico, senza mai tirare il fiato.
L' apice l' ha raggiunto nel quadro dedicato a Patty Pravo, un testo geniale ed un' interpretazione magistrale.
Non mancano fugaci momenti di amara riflessione: Virginia viene da una famiglia di giostrai , ha dovuto affrontare diffidenze e combattere contro pregiudizi , riciclarsi quando il suo Luna park all' Eur é stato tristemente chiuso.
Il segreto del suo successo?
Ha cominciato la gavetta quando era ancora in culla, studiando sul bancone del tiro a segno anziché sul tavolo della cucina.
Ha assorbito l' astuzia di chi vive per strada e la saggezza di chi deve tirare a campare.
Ieri sera, mentre la vedevi
in scena, ritrovavi nelle sue gag il trasformismo di Proietti, l' irriverenza della Valeri, la dissacrante ironia di Anna Marchesini.
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