Le due Sorelle
Salve a tutti.
Come mi capita da quando ho cominciato a scrivere, mi sveglio nel cuore della notte con l'esigenza forte di mettere nero su bianco ciò che sgorga prepotentemente dal mio cuore.
Stanotte sento il bisgno di condividere con voi la magnifica giornata appena trascorsa, nel primo paesino che annuncia mantenendo alte tutte le promesse che la divina costiera amalfitana svelerà agli occhi incantati dei suoi innamorati, gli unici capaci di comprendere anche le bellezze più nascoste e recondite: Vietri sul Mare.
Ci arriviamo in vespa nel primo pomeriggio, con la voglia di fare un bagno e stenderci al sole velato che la giornata offre.
Escludiamo il solito lido, il primo guardando la marina da oriente, diventato una discoteca en plein air, con le note assordanti che arrivano già nel parcheggio ombroso della spiaggia.
Decidiamo, dunque, di entrare alla "Rosa dei venti": nessuno sconto sull'ingresso pomeridiano, nonostante manchino solo due ore alla chiusura del lido, che Marilena, l'inflessibile titolare, ci preannuncia con chiarezza. Paghiamo dieci euro e ci avviamo verso il mare.
Scelgo di prendere posto proprio sulla battigia, davanti a quei due scogli che affiorano dal mare azzurro, lasciandosi intorno acque chiare e fresche degne del miglior Petrarca. Più tardi saprò dalla viva voce di due abbronzati ed attempati protagonisti della storia di Vietri: Enzo e Salvatore, saprò dicevo, che quei due scogli sono niente poco di meno che "le due sorelle" che si stagliano a breve distanza dai più famosi e maestosi "due fratelli".
Mentre ci avviamo verso il punto individuato, ci imbattiamo nelle note della canzone preferita dalla mia amica Maryterry, mirabilmente cantate dal vivo da Tiziana, giovane vocalyst che intrattiene con la sua bella voce, gli ospiti di un battesimo festeggiato su una delle rotonde del lido.."Niusciune è megli e te........."
Ed è proprio ciò che penso quando da un ombrellone spunta il meraviglioso musetto di una delle ragazze più carine di Cava: mi trovo nella spiaggia più gettonata dai ragazzi metelliani.......
Luca il bagnino, bel ragazzino di Salerno, ci viene incontro sorridendo, aprendo i due lettini, proprio nel punto che gli indico. Non faccio in tempo a sfilarmi il vestito, che mi viene incontro una ragazza di terza, vistosamente salutandomi da lontano. Da lei apprendo che gli esami di qualifica sono andati proprio bene. A loro è toccata una presidente donna, Martina ha addirittura preso un bel 100, anche i ragazzi più a rischio sono riusciti a conseguire la qualifica.
Rincuorata decido di distendermi al sole e godermi quei tiepidi raggi che riaccendono l'abbronzatura un pò sbiadita: non faccio un bagno da quel lontano 2 giugno a Palinuro,
Mentre mi dedico alla mia attività preferita, vedo avvicinarsi verso di me un ragazzo pakistano, carico di gioeielli come il forziere ritrovato da Edmond Dantes.
Decido di dare uno sguardo alla sua coloratissima merce. Edi, questo, il suo nome , apre un portagioielli di madreperla a forma di conchiglia, contenente orecchini di tutte le forge e forme.
Mentre rovisto tra quei gioiellini, alla ricerca di qualcosa di mio gusto, il giovane comincia a raccontarsi, nel suo incerto italiano. Ciò che subito mi colpisce nel suo volto è quell'occhio destro senza iride. E' il triste, perenne segno di un incidente di quel giorno di otto anni fa al matrimonio di un suo amico, a Sargodha, in Pakistan: un petardo invece che festeggiare gli sposi, ha fatto la festa a lui, esplodendogli in faccia. Da allora ha subito svariati interventi nell'ospedale di Lahore. Ma da quell'occhio ormai non vede più.
Dice di venire in Italia da sei anni, qui si ferma per sei mesi ogni volta, lavorando sulla spiaggia di Vietri d'estate e nei mercati limitrofi durante l'inverno: il lunedi lo trovi a Nocera, il martedi a Roccapiemonte, il mercoledi a Cava, il venerdi a Castel San Giorgio, il sabato a San Severino e la domenica a Siano. Edi è il quarto di otto fratelli, le ultime due gemelle.
Ha perso due anni fa la madre, poco più che cinquantenne, col cuore malato. Delle sorelle non ama parlare, per rispetto mi dice. Il primo dei suoi fratelli ha all' incirca quarant'anni e lavora con il padre, un saldatore.
Mentre mi parla, viene interrotto dall' arrivo di un amico, che divide con lui l'appartamento, dice di chiamarsi Kalì : omen nomen . E' un giovane sui trent' anni bellissimo, sembra uscito da un romanzo di Salgari: tunica bianca di lino, lunga sopra larghi, candidi pantaloni, che svolazzano alla brezza marina. Dopo una breve inintellegibile conversazione il bel Sandokan si allontana..... "Tigre non te ne andare", ........ma è già troppo lontano......
Compro ad Edi una parure di orecchini di perla bianco argentei con collana a più fili, l'indosserò alla prossima festa sulla spiaggia, sulla pelle abbronzata, se adesso il giovane pakistano mi lascia tornare ad un pò di sole......addio Edy, buona fortuna, Insciallah.
Ormai il sole scompare declinando dietro il monte, decidiamo di fare una passeggiata nel centro di Vietri nei luoghi che sono stati palcoscenico della più bella serie televisiva dello scorso decennio: "Capri".
Saliamo su inerpicandoci con la mia vespa a serpentina lungo la strada che la domenica mio marito percorre a piedi con i suoi fedelissimi runner : Donato e Konradin. Arrivati alla prima piazzola, parcheggiamo e proseguiamo a piedi, infilandoci nel vicoletto che sbuca nella piazzetta antistante il bell'edificio dove sorge la panoramicissima scuola elementare "Giuseppe Prezzolini". Nella piazza maiolicata di ceramiche vietresi che simulano l'onda verde del mare, si affacciano due ristoranti nei loro invitanti dehors: è qui che tre anni fa festeggiammo il nostro 25mo anniversario di nozze, con la mamy e il papy ancora tali per noi.............dopo nemmeno un anno i ruoli si sarebbero tristemente invertiti. Un bacio mio amato Seth........
Dopo la breve gradinata, sulla destra il negozietto di Gerardo di intimo e moda mare , con prezzi convenientissimi, essendo l'attività stata avviata da nemmeno quindici giorni. Acquisto un bel camicione di candido cotone indiano, due copriletti arancio di piquet e due coppie di asciugamani con disegni marini, per rinnovare un pò la biancheria estiva.
Ultima tappa d'obbligo dai "due fratelli", questa volta vivi e vegeti, che nel mare non sono radicati, ma ci vanno per pescare: Antonio e Vito , della pescheria "Brigida".
Antonio, di cui sono affezionata cliente, da quel giorno che lo scoprii durante l'allenamento per la "Maratona del Mito", con le mie amiche runner Luciana e Valentina, mi propone un'orata freschissima di un chilo e mezzo: occhio lucido, addome turgido, squame brillanti: la prendo, anche il prezzo è vantaggioso.
Una corsa a casa in vespa e l'orata fa il suo ingresso in forno sotto una cascata di sale rosa dell'Himalaya, mentre la gustiamo ci saliamo davvero sulla vetta, quella del piacere.
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