Aggiungi un posto a tavola



Avevo visto questo musical entusiasmante da piccola, protagonista  Johnny Dorelli, voce  profonda  e  carezzevole.
Ricordavo, oltre al refrain, solo un bellissimo  senso di ospitalità e di accoglienza verso il prossimo, ed una  battuta ricorrente " A Me", ogni  volta che  Dio, che dialoga con il protagonista, si commiata da lui.
Ma oggi vi leggo molto di più. 
È tutto un sogno, un desiderio di abbattere tabù e preconcetti, convenzioni e costumi radicati da secoli nella società.
Nel sogno il protagonista, un prete di una piccola comunità di montagna, butta via la tonaca per cadere tra le braccia della ragazza che si è invaghita di lui, e che evidentemente riesce a contagiarlo,  se è vero che "Amor ca  nullo amato amar perdona".
Don Silvestro cade tra le braccia di Clementina, polverizzando tutti i suoi dubbi, quando un  Dio che appare molto più  vicino agli uomini di quanto non sia, gli tuona dal cielo:
" La procreazione è l' invenzione più  bella che abbia mai concepito e vuoi che potessi vietarla proprio ai miei collaboratori?".
Ma sul più bello, il sogno svanisce: la realtà  è immutabile, ricompare  la tonaca  e Clementina si consolerà tra le braccia del suo predestinato carabiniere.

Alla fine rimane una tavola bellissima imbandita, che occupa tutto il palcoscenico, metafora dell' amicizia e della condivisione,  dove tutto ciò che si spartisce si moltiplica.
E quando gli amici si riuniscono nel segno della fratellanza e della solidarietà, in mezzo a loro c è sempre Dio, che sul palco vola dall' alto  ad occupare la sua sedia nelle sembianze di una candida colomba.
Emozionante il finale, un applauso scrosciante dall' alto dei palchi agli ultimi  piani,  alla gremitissima platea, che ha fatto dire a Lorella Cuccarini, nei panni di Consolata, china sul proscenio,  a raccogliere l' ovazione:
" Che meraviglia, ma che bel Teatro che avete".

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