Davide e Golia
Scrollando il mio feed, sempre più spesso mi imbatto in reel dedicati a don Roberto Faccenda , sarcedote salernitano amatissimo dai giovani, forse perché lo percepiscono come uno di loro.
Capelli vaporosi, che trattengono ancora tutto il vento che intercetta sulla sua moto , baffi importanti con pizzetto curatissimo, bracciali ed anelli di metallo, orecchino al lobo sinistro.
In uno di questi video che scorrono on line, qualcuno l' intervista e, con il chiaro intento di metterlo in difficoltà, gli chiede cosa pensa quando vede passere una bella donna.
Il sacerdote gli risponde che
ringrazia Dio per tanta bellezza di cui ci fa dono.
"E se è brutta?"
E don Roberto:
"Ringrazio Dio che mi ha fatto prete".
Proprio una "simpatica canaglia", si
sposta in moto dalla parrocchia alla curia, da una chiesa all' altra, da un battesimo a un funerale, da una piazza a un circolo, anche da una spiaggia all' altra, dove ho avuto il piacere di conoscerlo.
Ed infatti il primo incontro con don Roberto lo ebbi l 'anno scorso, quando celebrò per i ragazzi del Liceo "Regina Margherita", che stavano per affrontare l' esame di Stato, la cerimonia della benedizione delle penne, allo storico Lido Colombo, gestito da Imma, mia amica da sempre.
Don Roberto ha da poco pubblicato un libro, che prende spunto dalla storia di Davide e Golia, narrata nell' Antico testamento.
Circa mille anni prima di Cristo gli Israeliti combattevano (ce l' hanno nel DNA) contro un popolo che abitava la striscia di Gaza : i Filistei.
Il re israelita Saul si fa convincere dal giovanissimo pastore Davide "fulvo e di bell' aspetto" (Jannik?) ad affrontare il Gigante, il più possente dei guerrieri Filistei, alto "sei cubiti e un palmo", quasi tre metri.
Davide lo affronta, armato solo della sua fionda e di cinque pietre che ha raccattato lungo il torrente, le uniche munizioni nella sua bisaccia.
E Dio.
Sente di avere il "Dio vivente", Jahvè, dalla sua parte.
L' astuzia del piccolo Davide batte la possenza di Golia: l' israelita con la sua mira infallibile fionda un sasso nel centro della fronte del filisteo che, tramortito, cade al suolo con la bocca nella terra, a mangiare polvere e sangue, il suo.
Davide allora, con un guizzo veloce, gli sguaina dal fodero la sua stessa spada e lo finisce.
Parte da questa metafora, il libro di don Roberto : "A(r)marsi con cinque ciottoli".
Oggi i giovani sono come Davide, apparentemente disarmati di fronte all' enormità dei mali giganteschi personificati da Golia.
Ma come Davide hanno 5 ciottoli da giocarsi:
1) Relazionarsi.
Scagliarsi contro l' iperconnessione, che provoca l' isolamento.
2) Appartenere.
Sentirsi tutt'uno con l' altro, stabilire una relazione paritetica, chi amiamo non è oggetto di possesso.
3)Sorridere.
Non ridere, prendersi gioco degli altri, mettere all' indice i più deboli, proprio come fanno i colleghi di Akakij, nel racconto di Gogol' che sto leggendo.
Sorridere vuol dire ridere insieme, condividere piccole gioie che allietano la quotidianità.
Mai fare gruppo per ridere degli altri.
Succede anche ai grandi, il passaggio dal bullismo al mobbing è un attimo.
4)Perdere.
Si può perdere.
Anzi, ogni tanto perdere fortifica. Oggi i ragazzi di fronte ad una sconfitta si sentono falliti.
Il fallimento esiste solo per l' imprenditore commerciale, anzi, anche lì, oggi si parla di liquidazione giudiziale.
Si può uscire sconfitti da una classe, da un rapporto, da una squadra, da una perdita.
Ma quando succede, perché succede a tutti, fermiamci un attimo.
Facciamo silenzio.
Guardiamoci dentro.
Facciamo ricorso a tutte le nostre risorse e ripartiamo.
Più agguerriti di prima.
5)Credere.
Credere in ciò che si fa, ciò per cui si lotta , non semplicemente fidarsi, aspettare aiuti dall' alto.
Conquistarsi i propri spazi, senza prevaricare nessuno, perché la propria felicità non può edificarsi sul dolore altrui.
Giovedì mattina entro nella chiesa di San Pietro per salutare il mio coach che si sposa, chi celebra?
Don Roberto.
Esco, entro da Senatore e ordino una spremuta. Nell' attesa sfoglio un quotidiano locale.
Al centro un articolo dedicato a chi?
A don Roberto.
Vado a casa apro Fb sulla mia bacheca vedo scorrere un gruppo dedicato.
A chi? a Don Roberto.
Troppe coincidenze.
Prendo il telefonino e scrivo questo pezzo.
Luigia Sisella Coppola
Commenti
Posta un commento