Giardini della Minerva
"Sine ulla dubitatione", è qui, sull' ultimo livello di questi terrazzamenti che si stagliano sul cuore della città lambita dal mare, che è stata concepita questa massima:
"Siano per te medici queste tre cose: 1) animo lieto,
2) quiete,
3) moderata dieta".
Sono a Salerno, ai Giardini della Minerva, nell' ora che "volge il desio ai marinai".
E il desio che mi prende è quello per il mio passato, una forte nostalgia che mi attanaglia il cuore.
Vedo svettare al centro della mia vista il campanile rosa della Chiesa dell' Annunziata.
Quanti ricordi tra via Monti e la Villa Comunale, quanti volti, quanti sorbetti al limone allo storico chioschetto.
Un po' più a est , si intravede l' ultimo piano del massimo cittadino, il teatro Verdi.
Più dei tanti spettacoli seguiti, mi sovviene il ricordo di papà che il venerdì sera, alle venti in punto, veniva a casa a tenere compagnia ai tre nipotini, per consentirmi di "sfruttare l' abbonamento".
Si adagiava sul divano e tornava a sentirsi utile tra quella banda di mocciosi che gli restituiva la gioia di vivere.
E me li scolarizzava a modo suo.
Fu proprio lui il primo a raccontarmi delle meraviglie di quell' orto botanico che sorgeva un po' più su della Madonna delle Grazie, la zona che lo aveva visto nascere, arteria da cui si dipana tutto il centro storico.
Il giardino, risalente all' anno mille, era la risorsa terriera dove i medici della scuola medica salernitana facevano coltivare le piante officinali che utilizzavano per le loro terapie. Farmaci ante litteram che, insieme con l' elaborazione di rimedi costruiti con lo studio attento, il confronto con i medici dell' antico oriente, e la puntuale osservazione, attirarono a Salerno papi e cardinali, imperatori e condottieri per guarire dai più svariati mali.
Qui il primo medico donna che la storia europea ricordi: Trotula de Ruggiero ( per me a lungo solo il nome della strada dove mio padre era nato), autrice di un Trattato dedicato alle donne , in particolare nella parte centrale , il "de Curis Mulierum", tanti suggerimenti naturali per la bellezza dei capelli e della pelle.
Alle 20.30 la favola finisce, i sogni si spengono , il guardiano ci invita ad uscire. Decidiamo di prendere l' ascensore comunale che atterra nel rione Fornelle , un tempo quartiere malfamato, dove era sconsigliato avventurarsi.
Ma da quando c' è stata la riqualificazione e le pareti sono state affrescate con murales e valorizzate con tanti versi , mutuati da canzoni, poesie, specie quelle di Alfonso Gatto, non fa più paura, anzi ti sembra che sia quello il cuore vero della città, la tua originaria "zona di interesse".
Sulla mia destra leggo:
"Tutto ciò che ama resta".
Ed io sono rimasta qui, in questa Salerno che mi parla del mio passato, che consola il mio presente.
E spero che un giorno anche i miei figli si reinnamoreranno di te, perché il mio futuro lo voglio qui, con loro.
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